“Tu, però, ricordamelo!”

12 Gen 2021 | Caro diario

Mi sono resa conto, ormai, che, forse complice l’abbassamento repentino delle temperature, il mio cervello vive felice un periodo di rinvigorente letargo. Dire cha abbia spento l’interruttore nonostante la mia ferma opposizione sarebbe riduttivo.
Mi domando pure, se rimuovere certi dettagli della propria giornata non sia poi un meccanismo di difesa…ma nel complesso, vista la direzione che la faccenda qualche tempo fa stava prendendo, mi sono vista costretta a correre ai ripari.
Il primo tentativo, ahimè fallimentare, è consistito nel reclutamento forzato dei miei familiari. Messi in fila come soldatini, ho affidato loro compiti di primaria importanza…il famoso e letale : «tu ricordami che…», oppure «tu, però, ricordamelo».
Quella che doveva essere una felice collaborazione (inclusiva direi -visto che ora fa chic-) si è trasformata in una baraonda infernale.
Mio marito ha il vizietto di essere smemorato, giusto un tantino ( tipo andare alla macchina senza chiavi della macchina, o portare i figli a scuola senza zaino). Quindi, un secondo dopo avergli affidato l’incarico di ricordarmi una certa questione, l’ho prontamente e completamente rimossa, e poi ho cominciato a ribollire per l’ansia…preoccupantemente! Gli ho dato un tormento infinito, chiedendogli ogni 10 minuti, se rammentava cosa dovesse ricordarmi…alla fine ci siamo persi uno negli occhi dell’altra, e siamo tornati indietro a tanti anni fa, forse milioni, quando gli uomini, ancora ominidi, comunicavano esclusivamente attraverso suoni semplici e poco articolati.
«Allora?»
«Boh !?!»
«Boh, che?»
«Eh…»
«E quindi boh»
E il naufragar m’è dolce in questo mare…disse il poeta.

Quanto al tentativo con i figli, non ha avuto un gran successo nemmeno quello…la femmina, come tutte le donne (🤣🤣🤣) ha continuato a ricordarmi quello che dovevo ricordare, in modo incessante, martellante, opprimente, maniacale….naturalmente le ho risposto sempre “sì”, ma senza realmente prestarle ascolto, e quello che dovevo fare non l’ho fatto. Lei ha assunto un faccino severo, o piuttosto un ghigno sarcastico (cosa peraltro inquietante, considerata l’età della creatura), ed ha tuonato solenne : «io te lo avevo detto!»
« Ahà » mi sono detta «è così che tutto ebbe origine.» E poi ho pensato al mio povero, ingenuo futuro genero (non so se mai ce ne sarà uno, ma ho trovato il pensiero adeguato, appagante, una sorta di subdola e consolatoria vendetta).
Con il maschio non è andata meglio: ha seguito le orme del padre, portandosi però ad un livello superiore. Ha subito dimenticato ogni cosa, ma ha camuffato la mancanza ripetendo solo “perché”, almeno 70 volte.
Consapevole ormai che il metodo ” tu ricordami che” non potesse funzionare, ho ripiegato sulle solite liste.
Ed ho redatto nell’ordine:
1. lista della spesa
2. lista degli appuntamenti
3. lista delle telefonate
4. lista delle cose di lavoro da fare
5. lista delle scadenze
E la più imponente, la “lista delle liste”, che suona un po’ come “il libro dei libri” e che effettivamente non deludeva quanto a proporzioni…bibliche direi.

Le ho scritte su fogli di carta di colori diversi, le ho aggiornate fino a che ho potuto, e poi ho pensato bene di perderne 3 su 5. Ho pianto lacrime di delusione e poi di gioia (visto che così perdevo memoria di non pochi affanni). Ma poi ha squillato il telefono…
Mia madre: «Ti ricordi che giovedì dobbiamo andare là?»
Il “là “, del quale ignoravo natura e distanza (anche solo approssimativa), suonava ammaliante, affascinante.
Il “Ti ricordi ” ha generato in me stupore, meraviglia assoluta…

«Lei non era stata nemmeno reclutata, nel pericoloso gioco del “Ricordami che”!» Mi sono detta. Poi un dubbio mi ha assalito «O forse sì?»
Boh, dovrei trovare la lista n. 6, “cose da chiedere a terzi”, che avevo iniziato a scrivere, ma è prematuramente scomparsa ( la lista si intende 🤣🤣🤣).

Ps: Mamma grazie, perché ogni giorno, efficientemente, mi stalkerizzi !!!!

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