“Suite Berlinese” di Emma Harding

21 Feb 2023 | Narrativa

Was können wir sonst noch tun?
Che cos’altro possiamo fare?

Questo interrogativo risuona spesso nella mente dei personaggi di questo meraviglioso romanzo pubblicato dalla Casa Editrice Astoria, “Suite Berlinese” di Emma Harding, del quale vi parlo oggi nel consueto spazio dedicato a recensioni libri e consigli di lettura.

Nel libro vengono raccontate le vicende di alcuni personaggi, che vivono in tempi diversi, ma che condividono un luogo, un elegante palazzo nel cuore di Berlino, in Friedrichstraße  numero 19.

Sono sei i differenti protagonisti che si alternano nei brevi capitoli che compongono il romanzo:
un giovane orfano che negli anni precedenti lo scoppio della prima guerra mondiale si trasferisce a casa dello zio, dove impara l’arte della fotografia; una giovane donna ebrea, che vive la noiosa routine di un matrimonio sbagliato negli anni precedenti la deportazione degli ebrei; una ex cantante di Cabaret che affronta, fra privazioni, fame e dolorosi ricordi, i giorni del dopoguerra; un fotografo porno con problemi affettivi che ritrae modelle fra il 1969 e il 1970; una terrorista che partecipa agli attentati e ai disordini degli anni ’80; una donna fresca di divorzio che vive la Berlino del XXI secolo.

In alcuni casi  la distanza cronologica fra loro è limitata, e le loro storie si sovrappongono, in altri si sfiorano appena mentre i decenni si rincorrono. Ma attraverso le loro vicende personali scopriamo un secolo intero di guerre, politica e cambiamenti della grande Storia.

E poi, come suggerisce lo stesso titolo, protagonista del romanzo è anche Berlino. Una città dai mille volti:  mutevole, inafferrabile , crocevia di incontri ed esperienze, popolata dai fantasmi della memoria e della colpa.

Perché a Berlino il passato è qualcosa che non si può dominare o sigillare. Vive accanto ai personaggi, bussa alla loro porta e li spinge al rimpianto o alla vergogna. A volte semplicemente alimenta la loro rabbia per aver ereditato una verità che non vorrebbero vedere.

Friedrichstraße e la città intera, così, mettono i personaggi continuamente di fronte a un semplice interrogativo:
come si fa a conciliare aspetti così diversi degli esseri umani? L’impulso a dominare, controllare, persino torturare, con l’empatia o la tenerezza?
Come si può conciliare un passato di gravi responsabilità con il desiderio di cambiamento e la fatica della ricostruzione?

E questo tema principale che attraversa il libro intero è trattato dall’autrice con grande intelligenza. Senza retorica, senza esasperazione delle situazioni. I fatti, l’oggettività della distruzione e della perdita scuotono le vite dei protagonisti. E le immagini sono potenti.

Le emozioni di Sara, Sigi, Hans, Rudi, Tonja e Heike arrivano dritte al lettore grazie a una prosa che cambia per ogni situazione. Alcuni capitoli sono in terza persona, altri in prima; un racconto lineare al tempo passato si alterna a pagine in cui i personaggi si confessano in una sorta di flusso di coscienza, in righe rotte dall’emozione e libere dalle regole di una scrittura  disciplinata e convenzionale..

Io ho trovato questo libro bellissimo. Riesce a mostrare in modo semplice ma mai banale come ogni esistenza si mescoli alla grande Storia, come la ricostruzione vera sia complicata e come gli echi di un passato vicino possano pesare sulle coscienze, rendendo gli uomini fragili.

Ringrazio la CE per la copia

Post by Sara P.

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