Sinister. La Città delle ombre

24 Ott 2024 | Gialli e Thriller

Oggi nel consueto spazio dedicato a recensioni libri e consigli di lettura vi parlo di Sinister. La Città delle ombre di Gareth Rubin. Pubblicato da Longanesi.

E comincio con il raccontarvi qualcosa della trama 👇

Londra, 1889 Un pomeriggio di dicembre, un affascinante attore di teatro bussa alla porta dell’esclusivo Diogenes Club perché coinvolto in una stranissima frode.
Il pubblico che assiste alla sua performance sembra essere composto sempre dagli stessi spettatori, e starà al genio della deduzione scoprire cosa sta succedendo.
Un pomeriggio di dicembre, un losco capo criminale bussa alla porta di una casa di Whitechapel assai poco raccomandabile perché coinvolto in una sanguinosa faida con una banda avversaria. Il suo rivale non uscirà vivo dalla trattativa, e starà al Napoleone del crimine scoprire cosa sta succedendo.
Impegnate ognuna nella propria indagine, le due menti più sopraffine di Londra seguono una scia di terribili omicidi che le porterà a dover fare l’impensabile: mettere da parte le ostilità e lavorare insieme contro qualcosa di così potente da minacciare gli equilibri mondiali. Sembra impossibile, ma Sherlock Holmes e James Moriarty, nemici giurati, sanno che questo è l’unico modo per salvare l’Europa dalla catastrofe.

E ora parliamo un po’ dell’esperienza di lettura.

Partiamo dall’ ambientazione.
La Londra di fine 1800 è l’ambientazione perfetta per fare da sfondo a una vicenda in cui, come anticipa il titolo, le ombre sono fitte e pericolose.
Da edifici sontuosi, a bettole frequentate da sgherri e bande, passando per Baker Street, ci si muove al seguito di alcuni dei personaggi più iconici della storia del giallo e del Mystery: Holmes e Watson.

Il romanzo di Rubin recupera infatti il grande investigatore e la sua spalla -e non solo- e li mette al centro di una storia nuova, nella quale ci sono alcuni riferimenti alle avventure originali di Sherlock.
E il risultato dell’operazione letteraria è molto piacevole.

Va anche considerato che quando si prendono in prestito personaggi creati da mostri sacri di un genere letterario il rischio di un confronto diretto con i loro papà letterari è inevitabile.
Perciò siate consapevoli nell’affrontare la lettura che la penna che ha creato l’indagine non è quella di Conan Doyle.

Detto questo, l’impronta personale, l’autore la dà raccontando l’evoluzione della storia da due punti di vista diversi.
Le voci narranti sono le due spalle di Holmes e Moriarty, Watson e il colonnello Moran.
A pov alternati, in prima persona, e ciascuno con un registro linguistico suo proprio, (quello di Watson più vicino all’originale; quello di Moran che enfatizza il suo ruolo da tipaccio in questo intreccio) raccontano i momenti che precedono l’incontro fra Sherlock e il Professore e poi la loro collaborazione forzata.
Mentre sullo sfondo una mente astuta muove i fili di una trama complessa, e crimini tanto astuti quanto efferati vengono commessi.

La costruzione del giallo ha in sé alcuni elementi più originali : l’ “arma” del del delitto nel doppio assassinio iniziale, alcune scene a maggiore tensione, e il potenziale dello scambio di battute fra Holmes e Moriarty.
Altri più tradizionali: l’intreccio segue la linea di indagini e situazioni apparentemente slegate che convergono tutte verso un grande e pericoloso mistero da risolvere.

E nella caratterizzazione dei personaggi, credo di aver trovato l’appeal maggiore in Moriarty.

La prosa è adeguata al genere di storia confezionata per il lettore: con un ritmo costante, senza impennate che stravolgano il lettore, e senza brusche frenate.

Insomma, io ho passato delle ore piacevoli leggendolo. E se anche voi volete ritrovare Holmes e compagnia bella, questo può essere il libro giusto per voi.

Ringrazio la CE per la copia.

Post by Sara P.

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