Oggi, nel consueto spazio dedicato a recensioni libri e consigli di lettura, vi parlo di “Qualcosa di me” di Isabella Nicora edito da Golem Edizioni.
Il romanzo, genere narrativa contemporanea, è una lettura perfetta per chi ama le storie dai toni intimi e familiari, i racconti sugli affetti e i legami. La protagonista è un’anziana signora, Penelope, che vive al quarto piano di una palazzina senza ascensore. Non essendo per alcune cose totalmente autosufficiente, Penelope, per tanto tempo, ha permesso a Pier, portinaio del palazzo e suo affezionato amico di occuparsi di lei. Ma gli anni sono passati anche per il caro e fidato Pier, e Penelope è ora costretta a ricorrere all’assistenza di una badante. Assume Irina, una giovane e dolcissima donna ucraina. Il rapporto fra Penelope e Irina diventa presto qualcosa di diverso dalla sola necessità di avere qualcuno vicino, e l’affinità e l’affetto sincero che Penelope nutre nei confronti della ragazza la spingono a rivivere e condividere i suoi ricordi con lei.
La trama, dunque, è estremamente semplice, ma ci sono diversi aspetti che contribuiscono a fare di “Qualcosa di me” una lettura molto bella. L’artificio narrativo, a cui ricorre l’autrice è un classico secondo me intramontabile: il racconto nel racconto. Il presente fa da cornice a una serie di flashback, che fanno riemergere dal passato ricordi ed episodi. Il filo conduttore sono i sentimenti e le emozioni della protagonista Penelope. Il suo è un racconto di vita, nel quale la donna dialoga in parte con sé stessa (letteralmente, con la propria coscienza), in parte con Irina che diventa il suo pubblico. Per meglio distinguere questi due momenti (e sfruttarne al meglio il potenziale emotivo) l’autrice alterna la narrazione in prima persona a quella in terza -quando i racconti riguardano il passato-. In questo tipo di romanzo la caratterizzazione dei personaggi ha un ruolo essenziale, perché è la loro vita che viene offerta al lettore, in ogni suo aspetto, in ogni momento, anche quelli trascorsi da tempo.
E le donne di questa storia sono la sorpresa più bella. La nonna, la mamma di Penelope, e lei stessa sono donne che non hanno avuto una vita facile. Tutte sono state segnate dalla perdita, dal rapporto complicato con gli uomini, dal desiderio e dalla fatica di essere indipendenti, dalle aspettative deluse. Ma ci sono anche le cose belle della vita, l’innamoramento ad esempio. Nel ricostruire tutto questo l’autrice propone un’ambientazione che ha un fascino tutto suo. Il presente di Penelope sono le stanze del suo appartamento, ciò che vede dalla finestra. Uno spazio piccolino che non distrae il lettore dal racconto dei sentimenti. Il passato è il racconto degli anni a partire dal 1936 fino ai tempi del presente di Penelope. Si parla di guerra, del dopoguerra, degli anni di cambiamento per la condizione femminile, di viaggi e progetti. I luoghi della narrazione, anche in questo caso fanno da cassa di risonanza per i sentimenti dei personaggi.
La prosa dell’autore è dolce, carica di emozioni, avvolgente. Il racconto scorre fluido, ma lascia una profonda traccia di sé, perché il lettore empatizza con grande facilità con le donne del racconto. Insomma, una lettura molto bella che vi consiglio di fare se amate le storie di vita vere, dolci, intense e un po’ malinconiche.
Ringrazio l’autrice per la copia. Post by Sara P.