Oggi, nel nostro spazio dedicato alle recensioni per autori esordienti, vi raccontiamo “Provos!” di Cristiano Rosari.
Trama
Max è un diciottenne che si trova a trascorrere da solo il Capodanno del 1985 nella sua Milano. La sua ragazza, Sara, lo ha lasciato da poco, e gli amici di sempre non ci sono. Accetta un invito della cugina Francesca a partecipare ad una festa, ma non si sente a suo agio e comincia a girovagare così, senza meta per le strade della città. Al mattino si sveglia senza ricordare cosa sia accaduto, sente solo dolore per un bernoccolo sulla testa. Affamato ed in cerca di un pasto decente esce per raggiungere Piazza Stella. Lungo il percorso fa diversi incontri, ma la sensazione che ha è quasi di sconforto.
“Noi ragazzi degli anni Ottanta siamo un vero e proprio Nirvana per sociologi, psicologi e studiosi dei costumi locali che si divertono a catalogarci nei modi più svariati; penso che in fin dei conti, in tutto questo casino della modernità in cui ci hanno catapultato, cerchiamo solo di stare a galla”.
Tornato a casa sembra deciso a rinunciare al suo progetto di costruire una vita nuova nel 1985, ma le vacanze sono finite e manca poco ad un incontro che lo cambierà per sempre: al rientro a scuola -l’istituto tecnico per geometri “Lagrange”- il ragazzo trova ad attenderlo un nuovo docente, Fabrizio Floris.
“un tizio alto, magro, con un accenno di barba e i capelli ricci brizzolati che gli scendono lungo le spalle entra dopo di me. Sembra uscito dritto dritto dagli anni Sessanta: indossa un giubbotto di renna, una camicia nera a pallini bianchi, jeans e occhialini rotondi dorati”
Il nuovo Professore, un tipo eccentrico, fuori dagli schemi riesce subito ad incuriosire i ragazzi. Li affascina la sua storia, come fosse un segreto o un’avventura. E grazie all’indagine che avviano scopriranno le vicende di questo bizzarro genio della matematica, figlio degli anni sessanta e delle rivoluzioni giovanili.
Stregati da questa immagine di libertà e follia, cercheranno di emulare le vicende del passato, con serie conseguenze sulle loro esistenze. Insomma una storia di amicizia, amore e anarchia che racconta la presa di coscienza di sé stessi e dei propri valori.
Recensione.
Comincio col dire che questo libro mi è piaciuto molto, in particolare la seconda parte, dove i sentimenti, le emozioni diventano più profonde.
Il linguaggio è molto curato, e nel testo sono inserite spesso espressioni del gergo giovanile degli anni Ottanta, che fanno sorridere ed avere quel tanto di nostalgia, che fa apprezzare ancora di più la lettura.
Una grande attenzione viene dedicata all’ambientazione ed alla ricostruzione delle atmosfere: si citano le canzoni che andavano di moda, le tendenze, il modo di vestire; tutto questo rende sicuramente credibili e “vivibili” le esperienze e le situazioni che vengono descritte.
I personaggi. Tutti, i principali ed i secondari, sono ben rappresentati, e regalano al lettore l’immagine di una gioventù ricca di tipi e sfumature: c’è l’amico cupo -Bissio- che fa il misterioso per darsi importanza, Patty la dark ,Miki il villettaro bello e atletico, il filosofo saggio Kirk, il musicista Jimi, il riflessivo Zen, e il paninaro grezzo Pado, ma ovviamente i protagonisti hanno una marcia in più. Max così alla ricerca di se stesso, a volte ingenuo o inconsapevole, altre diffidente, fa quasi tenerezza. Cresce nel racconto, fino ad acquisire il coraggio di un uomo sicuro e deciso. Il Professore, folle, libero in gioventù è un personaggio in grado di affascinare il lettore.
L’intreccio. Il racconto principale è sul presente di Max , e gli anni ‘80 sono ricostruiti attorno al protagonista. Ma parallelamente c’è la narrazione delle vicende degli anni ‘60, quelle che hanno come figura principale Fabrizio. È l’indagine che i ragazzi conducono sul passato del professore, che introduce al cambiamento delle situazioni e delle atmosfere. In generale, questo “scoprire il passato” è una scelta degli autori che a me piace molto, e devo dire che in questo libro funziona molto bene. I fatti e le vicende assumono un’eco molto particolare, a volte persino commovente. Insomma una storia coraggiosa, con protagonisti coraggiosi…
Perchè leggere questo libro…
Se amate i protagonisti imperfetti ma temerari, questa storia vi piacerà. Se vi appassionano i racconti in cui i personaggi, seppure sbagliando, cercano di avere voce in capitolo nella loro vita e nel mondo, questo libro è la lettura giusta per voi.
La frase
“Vedete questa frase è paradossale perché non può essere vera e nemmeno falsa; la nostra mente si rifiuta di catalogarla in quanto noi dividiamo il mondo in dualismi: vero o falso, amico o nemico, bianco o nero. Ebbene il paradosso del mentitore ci urla con tutta la sua forza che esiste una terza via: esiste qualcosa che non è né vero né falso, qualcosa che non è né amico né nemico.”