Oggi nel consueto spazio dedicato a recensioni libri e consigli di lettura vi parlo di un libricino piccolo, ma ricchissimo di emozioni.
“Pretendi un amore che non pretende niente” di Francesca Cerutti edito da AUGH! Edizioni
Il volume è una raccolta di otto racconti sviluppati in poco più di 50 pagine complessive.
Quindi la prima considerazione da fare riguarda proprio il genere del racconto breve.
Narrare le vicende di un protagonista in otto pagine è un’operazione che richiede un’impostazione particolare.
Gli autori che ne scrivono non possono contare sul fascino di un intreccio complesso per attirare a loro il lettore.
E neppure su una fitta schiera di personaggi da alternare sulla scena per vivacizzare la narrazione, perché la loro caratterizzazione richiederebbe troppo spazio.
Allora cosa attribuisce fascino a un racconto breve?
Il fatto che possa essere l’istantanea di un’emozione intensa avvertita dal lettore, ma che non ha il tempo di svanire tra le sue mani.
C’è quell’attimo fuggevole in cui un pensiero, un sentimento, un ricordo riaffiorano si esprimono in tutta la loro forza e poi sono già passati.
Ma il fatto che non si siano esauriti lentamente, passo dopo passo, li mantiene vividi, unici, irripetibili.
Ecco, io direi che le bellissime pagine di Francesca Cerutti hanno proprio questa capacità.
Vi conducono in un presente denso di sentimento che vi avvolge completamente, ma che è frutto di un passato appena accennato, e annuncia un futuro al quale il lettore non assisterà.
In questi racconti brevi non ha importanza la catena di eventi, la sequenza di cause e conseguenze.
Vi potete godere un’emozione nella sua essenza, solo e soltanto per quello che è, senza dovervi concentrare sul prima o il dopo.
Nel concentrare le sue mille sfumature d’amore in poche pagine, Francesca crea una galleria di personaggi che spazia fra vecchi amici che non si sono dichiarati, sconosciuti che si sfiorano senza mai conoscersi veramente, amicizie e innamoramento, ricordi, speranze e delusioni.
Conoscerete una donna innamorata da anni di un uomo al quale non si è mai dichiarata,
due ragazze che per un istante appena sono state più che amiche,
due sconosciuti -un uomo e una donna- innamorati della stessa poesia senza conoscersi,
una scrittrice che si rivede nella ragazzina di un liceo,
un trentenne che il giorno del suo compleanno ricorda i momenti più importanti dei tredici anni con la sua migliore amica,
una ragazza che in una passeggiata a Brera trova lo sprone per chiudere il cerchio intorno a una vecchia amicizia,
una ragazza che sogna di cogliere un’occasione importante.
Sullo sfondo c’è una Milano bella e complicata, capace di essere sempre lo scenario giusto per amplificare le sensazioni dei suoi personaggi: un po’ di romanticismo, la facilità con cui ci perde, gli incontri.
Da un punto di vista stilistico i diversi racconti alternano tecniche narrative differenti. L’autrice è molto brava nel passare dall’una all’altra, regalando a ogni personaggio l’ opportunità migliore possibile per esprimere in poche righe la propria personalità e sensibilità.
Francesca alterna la prima alla terza persona, il susseguirsi rapido e spezzato di alcuni momenti o il racconto attento di un singolo istante, l’intenso resoconto di una sensazione.
Ho trovato anche molto bella l’idea di intitolare il libro come la poesia citata in uno dei racconti.
Il fatto poi che il componimento abbia ispirato la stesura di questi splendidi racconti la dice lunga sulla sensibilità dell’autrice, sulla sua capacità di riempire poche parole di tante emozioni.
Insomma, a me è piaciuto molto e vi consiglio di leggerlo.
Ringrazio l’autrice per la copia.
Post by Sara P.