Oggi vi parlo di “Phantastes” il bellissimo fantasy di George MacDonald, in questa raffinata edizione della Casa Editrice Flower-ed.
La trama
Il racconto ha inizio il giorno successivo al ventunesimo compleanno del protagonista, Anodos.
Il giovane, ormai maggiorenne, ha ricevuto le chiavi del vecchio scrittoio di suo padre. Spinto dalla curiosità si addentra nella stanza del genitore, rimasta buia e chiusa per anni, e inizia ad aprire i cassetti del secretaire. Ma ciò che scopre è inaspettato e sorprendente. Ci sono documenti, carte, petali di rosa e persino una minuscola creatura pronta a esaudire un desiderio del giovane. Ciò che Anodos chiede è la possibilità di visitare la Terra delle fate.
Il mattino seguente, Anodos, svegliandosi nella sua stanza, trova la vecchia bacinella mutata in una sorgente. Il rivolo che ne fuoriesce è divenuto un ruscello…
…la via da seguire per raggiungere il bosco e iniziare il fantastico viaggio nella Terra delle Fate.
La mia opinione.
Comincio con il dire che questo libro è stato un viaggio meraviglioso nella fantasia, nella bellezza, nella poesia.
Non so dire se io abbia subito più il fascino della storia e dei luoghi, o quello della prosa. Ma ho amato questa traduzione. L’ho trovata ammaliante, incantatrice.
Penso che da ciò già sia chiaro quanto il libro mi sia piaciuto. Ma fatta questa premessa, iniziamo a considerare, come sempre, il romanzo più nel dettaglio.
L’ambientazione. “Phantastes” è la storia di un viaggio, un percorso, attraverso una terra incantata. Ovviamente creare un mondo magico, una realtà altra, non è mai una cosa semplice. Perché il lettore possa immergersi in una nuova dimensione, occorre guidarlo nella scoperta di ciò che è nuovo, riempire i suoi occhi di immagini, le orecchie di suoni. Ebbene, questo libro è capace di fare tutto ciò. E l’autore ha un talento tale da rendere il mondo fiabesco di sua invenzione una realtà che si può percepire.
“Lì, con mio grande piacere, tutto era vita e frenesia. C’era ancora abbastanza luce del giorno per vedere un po’, mentre la pallida mezzaluna, a metà strada verso lo zenit, si ravvivava ogni momento. L’intero giardino sembrava un carnevale, con forme minuscole allegramente decorate […]. Dai calici o dalle campane dei fiori alti, come da balconi, alcune guardavano giù la folla in basso.”
E la bellezza incredibile delle parole trascina chi legge, pagina dopo pagina, in un’esperienza onirica.
Dalla natura incantata alle stanze del Palazzo nulla è mai banale e ordinario.
“La biblioteca era una sala imponente che prendeva luce dal soffitto, formato da qualcosa di simile al vetro, con un’unica volta, e tutto dipinto con una grande immagine misteriosa in splendidi colori.Le pareti erano tappezzate dal pavimento al soffitto da file e file di libri: la maggior parte con rilegature antiche, ma alcuni in strane nuove fogge che non avevo mai visto […]. Tutto intorno alle pareti, davanti ai libri, correvano file di gallerie, che comunicavano tramite scale”.
I personaggi. Anodos, il protagonista, all’inizio del suo viaggio è un giovane impulsivo, poco avveduto, che ignora gli avvertimenti e i consigli che i personaggi più benevoli gli offrono. Si lascia ingannare dalle apparenze, e non riconosce il pericolo o la malvagità, se questi sono nascosti dalla bellezza esteriore. Per questo cade nell’errore. Ma l’errore è parte dell’esperienza, e il viaggio di Anodos è in fondo la ricerca di un equilibrio interiore.
Euforico e disorientato, innamorato e spaventato, indegno eppure altruista: Anodos vive le contraddizioni, e il suo conflitto interiore è parte dell’esperienza che deve fare per ritrovare la strada.
Accanto al protagonista troverete creature fatate di ogni natura: piccole fate nascoste nei fiori, malvagi folletti, goblin, giganti, cavalieri e mostri spaventosi.
E se alcuni personaggi vi incanteranno con la loro magia vivace e luminosa, altri vi trascineranno in un’oscurità profonda e pericolosa.
“Ma la caratteristica più orribile erano gli occhi. Erano vivi, eppure senza vita. Sembravano accesi da una bramosia infinita. Una distruttiva voracità, che divorava il divoratore, sembrava essere l’insita forza motrice dell’intera orribile apparizione. “
Lo stile. Quella di MacDonald non è una scrittura sempre semplice. Ciò non vuol dire che il libro sia una lettura poco scorrevole. Anzi, seguirete sempre con grande piacere e curiosità Anodos nelle sue avventure. La complessità -meglio ricchezza- della scrittura è la caratteristica necessaria e perfetta per creare un mondo alternativo credibile, e capace di avvolgere completamente il lettore. MacDonald dà alle cose mille sfumature, con una prosa di una bellezza fuori dal comune.
Perché leggere questo libro
Se amate il romanzo fantastico, non potete perdervi questo libro.
MacDonald ha creato un mondo che è stato d’ispirazione per tanti grandi maestri del genere.
Un regno pieno di fantasia, fascino e meraviglia.
Un’esperienza unica e indimenticabile: un sogno lungo 296 pagine…
Ringrazio la CE per la copia.
Post by Sara P.