Oggi nel consueto spazio dedicato a recensioni libri e consigli di lettura, vi parlo di “Per la Brughiera” di Martina Tozzi.
Il libro pubblicato da Nua Edizioni è l’emozionante #biografiaromanzata delle sorelle Brontë.
Tutto ha inizio a Haworth,un villaggio dello Yorkshire.
Siamo nel 1821 e il reverendo Brontë resta vedovo. Deve occuparsi di mandare avanti la canonica e di crescere i suoi sei figli piccoli.
Nella isolata e vecchia canonica, Charlotte, Emily, Anne e il loro fratello Branwell trascorrono un’infanzia lontani dal resto del mondo.
Lettori appassionati già da bambini, passano le loro giornate creando e scrivendo dei loro mondi fantastici. Rompono la monotonia della vita quotidiana fra la canonica e la brughiera, vivendo appassionanti ed esotiche avventure.
E cresce il loro amore per i libri, l’ arte e la scrittura.
Branwell e le sue sorelle hanno caratteri molto diversi.
Charlotte è ordinata e meticolosa, combattuta tra l’ambizione e il senso del dovere.
Emily è fiera e nutre un amore sconfinato nei confronti della sua brughiera.
Anne è la piccola di casa, tranquilla e dolce ma risoluta.
E Branwell è l’unico figlio maschio in casa Brontë, e per questo tutti hanno nei suoi confronti attenzioni particolari.
Ma ad accomunarli c’è proprio la scrittura, che diventa la normale evoluzione dei loro giochi, e con la sua magia permette loro di evadere dal tetro e sperduto villaggio dello Yorkshire.
E che li consola dal dolore della perdita.
Crescendo le sorelle Brontë, con coraggio e grazie all’intraprendenza di Charlotte, faranno della scrittura in sé la loro avventura più bella.
Nonostante le avversità, le difficoltà e gli ostacoli opposti alle donne in un mondo (quello della scrittura) quasi completamente maschile, non rinunceranno alle loro preziose storie.
Nel narrare le vicende delle sorelle Brontë, l’autrice si muove su un unico piano temporale, organizzando il suo racconto in modo chiaro e lineare.
Senza abbandonare questo genere di intreccio, tuttavia, nei diversi capitoli accade che la protagonista sia diversa. Se nell’intervallo di tempo preso in considerazione, le tre vivono esperienze distinte in luoghi diversi, il racconto è focalizzato, di volta in volta, su una di loro.
Il lessico preciso e ricercato,ma mai troppo difficile rende la prosa molto bella da un punto di vista stilistico.
La caratterizzazione delle Brontë le rende delle eroine letterarie alle quali il lettore si affeziona.
E così la lettura scorre rapida e piacevole.
Per quanto non si tratti di un saggio e la componente romanzata sia ben presente in questo libro, si percepisce il lavoro accurato di ricerca fatto da Martina.
Ed è altrettanto evidente il trasporto autentico e l’amore che l’autrice nutre nei confronti delle sue protagoniste.
Martina del resto non è nuova a questo genere di fusione di storia e finzione letteraria.
La ricetta ha dimostrato di essere ben riuscita già nel suo libro precedente, Il nido segreto (sulla vita di Mary Shelley).
A me questo libro è piaciuto tantissimo.
Da un lato ha il fascino indiscusso di un bel romanzo -della narrativa scritta bene-
Dall’altro è ricco di informazioni che troverete interessantissime, se amate la letteratura inglese e le sue protagoniste.
E così queste pagine sulle sorelle Brontë, dipingono il ritratto meraviglioso e appassionante di tre donne, che rivendicano per se stesse un destino diverso…
Quello di essere libere di raccontare le loro storie e guadagnarsi un meritato posto fra le più grandi scrittrici della letteratura inglese.
“Oh, alle donne non viene neanche data una possibilità,” rispose Charlotte con veemenza. “Vengono rinchiuse in casa, e viene detto loro di non avere né desideri né sogni. Ma io ce li ho, e lascerò che siano loro a guidarmi.”
Ringrazio la CE per la copia
Post by Sara P.