“Padri” di Giorgia Tribuiani.

4 Mar 2022 | Narrativa

Oggi parliamo di “Padri” di Giorgia Tribuiani.

Per me è stato un grande piacere leggere questo libro,  un romanzo molto bello, edito da Fazi Editore  e proposto per il Premio Strega 2022.

La trama 

Sono passati più di quarant’anni, da quando Diego Valli è  morto.  Eppure un giorno che non sembra molto diverso dagli altri, riappare e bussa alla porta di suo figlio Oscar. Oscar sulle prime è scioccato, confuso, ma poi sullo stupore prevale il desiderio di recuperare i giorni lontani,  i giorni perduti della sua infanzia, gli anni passati senza suo padre, morto troppo presto. Clara, la moglie di Oscar, però,  non riesce a comprendere suo marito,  non riesce ad accettare lo sconosciuto che ha bussato alla loro porta. Il nuovo presente di Oscar diventa sempre più complicato. E solo Gaia, sua figlia, sembra accettare la situazione. Lei che è alla ricerca disperata di abbracci, di considerazione. Lei che è pronta a cercare una famiglia,  quasi in chiunque.

Ma il tempo è passato e passa inesorabile e non lascia spazio a chi manca da troppo.

La mia opinione 

Comincio con il dire che questo romanzo mi è piaciuto moltissimo. In modo naturale ed estremamente coinvolgente,  l’autrice rivela al lettore il mondo interiore dei suoi personaggi,  le loro insicurezze. E nella situazione paradossale che dà il via al racconto,  i protagonisti riscoprono aspetti reali di loro stessi e degli altri. I figli vedono sotto una nuova luce i padri,  e i padri si cimentano con un ruolo che avevano dimenticato. È questo equilibrio di fantasia ed emozioni verissime, autentiche, che rende il romanzo una lettura bella ed originale. 

I personaggi. Tutti cercano di raggiungere la pace inseguendo affetti e legami, cercano il sostegno dei sentimenti dichiarati; ma ciò che desiderano tanto sfuma costantemente fra le loro mani.

Oscar rivuole suo padre con tutto se stesso, ma in fondo ha il ricordo di un uomo duro; Gaia vorrebbe non dover scegliere fra le persone che ama, essere ascoltata, e sente che ciò che le manca è la complicità con i suoi genitori; pensa all’amore di suo padre come a un sentimento a punti, che richiede in cambio la perfezione; non comprende perché sua madre non la metta a conoscenza di ciò che decide. E così per quanto i genitori cerchino di farla sentire accolta, ha sempre la sensazione di essere entrata in una vita che non è la sua sua. E lei come nessuno può capire suo nonno, che ritorna alla vita confuso e spaesato. Nonostante la comprensione della nipote, però, Diego  non può evitare di perdersi, perché non riesce a trovare uno spazio in un tempo che non gli appartiene.  Diego, Oscar e Gaia, sono personaggi che sperano in un’occasione per riconciliarsi con la loro emotività complessa, segnata dai distacchi; che, come padri o figli, rincorrono  il perdono, l’approvazione, il conforto necessari  a ricostruire il loro mondo.

” Io lo sento, Clara, lo sento. E questo è più forte del ricordo che ho di lui, del nome che ha, Diego Valli, e di quello che dice. Lo sento nel sangue”

Lo stile. La prosa traduce egregiamente il carattere principale di questa storia, che è il racconto di emozioni spezzate dagli ostacoli del non detto. I dialoghi e gli interventi dei personaggi non sono distinti dalle virgolette caporali, ma si alternano alle loro riflessioni, in un flusso continuo di pensieri. Sono parole che emergono dall’intimo del cuore dei personaggi,  e che prendono la forma di un dialogo interiore,  che solo in parte viene rivelato agli altri, condiviso. 

E la cosa funziona straordinariamente, perché i personaggi, Gaia soprattutto,  sono in cerca di attenzione,  di ascolto. Lo stile dell’autrice è in grado di raccontare la loro insoddisfazione,  il loro turbamento nel non ricevere ciò che così ardentemente desiderano.

L’ambientazione. L’elemento costante è la presenza del mare, che nel vento,  nel buio, o nella brezza leggera comunica un senso di malinconia, di disorientamento  o di incertezza.

“La brezza marina odorava di primavera e sale e lui aveva così tante domande e così tanto terrore di svegliarsi, ma chiuse la giacca leggera e si limitò a guardare il padre”

Il mare è il luogo dei ricordi,  l’unica cosa che nel tempo non è cambiata, e alla quale la memoria del passato resta ancorata.

Perché leggere questo libro 

Non è mai facile raccontare i rapporti umani,  le difficoltà nel relazionarsi alle persone che amiamo.

Eppure questo libro lo fa in modo straordinario. Ci sono gli affetti; il nostro desiderio di viverli nel modo che vorremmo; le debolezze e le incomprensioni che però ci impediscono di farlo.

Un libro  toccante e raffinato 

Un racconto bellissimo, intenso, vero.

Ringrazio la CE per la copia in omaggio. 

Post by Sara P.

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