Oggi esce “Matilda” di Mary Shelley nella bellissima edizione di 13 Lab Editore
Il libricino veramente molto intenso e toccante è un’opera minore della grande autrice di “Frankenstein”.
La trama.
Matilda, che vive sola in una brughiera sperduta e isolata, sente avvicinarsi la fine. È malata, ma è proprio la sua condizione che le dà il coraggio di osare e raccontare la sua storia. E decide di scrivere e indirizzare il suo racconto all’unico amico che abbia avuto, Woodville.
Matilde ripercorre così a ritroso i momenti più importanti della sua vita, quelli che l’hanno spinta a diventare una creatura solitaria e ricercare l’isolamento dal resto del mondo.
La sua epistola diverrà allora un lungo racconto, non più con la semplice forma di una lettera, ma con l’intensità e la completezza di pagine aperte a tutti e scritte per ogni lettore che voglia sapere.
La mia opinione.
Comincio con il dire che ho trovato questo libro veramente molto bello.
È un viaggio coinvolgente e tormentato nell’emotività, nell’affettività di una creatura che ha cercato disperatamente il conforto dell’amore, e poi è rimasta schiacciata dalla delusione che è seguita.
I personaggi. Matilda, la protagonista, è una giovane donna, bella e colta, che ha avuto una vita difficile. Sin dall’ infanzia è stata privata di quell’affetto dolce e rassicurante che i bambini normalmente ricevono. Rimasta prestissimo orfana di madre è stata abbandonata dal padre e affidata a una zia che l’ha cresciuta senza amore. Matilde diventa donna cercando conforto nelle piccole cose e vivendo di fantasie e del sogno di vedere un giorno suo padre di ritorno. Ma quando finalmente quel momento arriva non c’è beatitudine e gioia. La felicità si trasforma in follia, agonia, disperazione.
E incapace di dare fiducia agli altri, e di provare affetto o empatia si lascia sfiorire rapidamente.
I due personaggi maschili che si alternano nel libro (il padre di Matilda all’inizio della storia, e Woodville nella seconda parte) sono agli antipodi.
Uno è instabile, folle nelle sue intenzioni.
“Essendo abituato da sempre ad agire per sè stesso , il suo carattere divenne fin da subito fortemente marcato ed esibiva una superficie varia, sulla quale un osservatore frettoloso avrebbe potuto scorgere i semi di virtù e sfortune. La sua incurante stravaganza, che gli faceva sperperare immense quantità di denaro per soddisfare i suoi capricci […]”
L’altro, Woodville, è una creatura meravigliosa e angelica. Bellissimo, dotato di un talento superiore alla norma. Un poeta che con l’autentica bellezza della sua natura incanta.
“Sembrava che la natura avesse plasmato la sua mente di quella eccellenza che niente può ossidare […]. Il suo genio era eccezionale e quando sorgeva e brillava come una stella a oriente, tutti gli occhi la fissavano in ammirazione. Era un Poeta.”
Nel leggere di queste due figure non ho potuto fare a meno di pensare a certi aspetti della vita dell’autrice. Nei primi capitoli, in cui Matilda parla dell’abbandono o del rifiuto , c’è forse un’ eco del rapporto dell’autrice con suo padre , divenuto difficile dopo l’inizio della relazione con Percy Shelley.
In Woodville c’è la forte ammirazione per il poeta, l’uomo talentuoso e romantico, affascinante.
Ed è un’ammirazione così sentita, seppure non sfocia in una relazione , che subito viene in mente il grande amore di Mary per il poeta Percy Shelley.
L’ambientazione. La natura, a volte confortante, a volte selvaggia, a volte immobile e desolata amplifica meravigliosamente il pathos e le emozioni di Matilda.
È sulla natura che Matilda, ancora bambina, riversa ogni affetto, e che restituisce alla ragazzina la gioia e il piacere della contemplazione.
È selvaggia e violenta come il turbamento, quando Matilda cade nella disperazione: la pioggia, le onde del mare che sbattono su scogliere impervie, sono la forma fisica di una tempesta dell’anima.
È la brughiera immobile e desolata, quando il cuore della donna, soffocato dalla delusione e dalla sofferenza, perde ogni possibilità di fiorire
“Vivo in un cottage isolato su una landa ampia e solitaria: nemmeno un’eco di vita mi raggiunge “
Lo stile. Parliamo di una grande autrice e ovviamente la sua capacità e il suo talento nella narrazione rendono questo libro un gioiello. Mary Shelley ha una prosa straordinariamente evocativa, che crea atmosfere dense di emozioni. La trasformazione che Matilda subisce viene raccontata al lettore senza scendere nei toni del patetico, ma con grande forza.
Una parabola che dalla speranza porta alla più triste rassegnazione, passando per ogni stato d’animo che un essere umano vero può provare, o attraverso sentimenti spesso contraddittori.
Perché leggere questo libro.
Se amate l’autrice questo libro vi permetterà di scoprire un lato diverso della sua opera e della sua personalità.
Matilda poi è una storia di amore negato, ma forte. Una storia in cui la sensibilità di una donna è raccontata in modo ammaliante.
Una lettura che racconta la sofferenza e persino l’immotivato senso di colpa di chi ha subito una grande offesa, ma per amore non riesce a condannare chi l’ha recata.
Ringrazio la CE per la copia di questo libro bellissimo