Nel consueto spazio dedicato a recensioni libri e consigli di lettura, oggi vi parlo di “Le vedove di Malabar Hill. Le inchieste di Perveen Mistry” di S. Massey.
Il romanzo pubblicato da Neri Pozza è il primo capitolo di una serie ambientata nella Bombay degli anni Venti.
Già dal titolo (che parla di inchieste) avrete capito che la protagonista del romanzo è al centro di un’indagine e di alcune situazioni dai contorni poco chiari.
Ma attenzione!
Non si tratta solamente di un #romanzogiallo o di un #mystery
Secondo lo schema classico del #crime la storia ruota intorno a pericolosi segreti, viene commesso un crimine , e la verità è difficile da ricostruire.
Ma qui c’è molto di più e proprio per questo il racconto, pagina dopo pagina, diventa più intrigante.
Ma cosa fa di questo libro una lettura da non perdere?
L’ ambientazione 👉 è sicuramente degna di nota. Facciamo un passo indietro nel tempo per tornare all’epoca in cui Bombay è una metropoli abbagliante, colorata e in fermento. Insomma uno scenario capace di fagocitare il lettore.
È un ambiente multiculturale e multireligioso all’interno del quale l’autrice ci accompagna con estrema attenzione. Arricchisce la narrazione di preziose notazioni storiche (come l’origine dei Parsi, le differenze culturali e religiose fra le diverse comunità; eventi determinanti nella storia della città).
E così, con maestria, rende perfettamente accessibile al lettore un luogo lontano nello spazio e nel tempo. E diventa impossibile resistere al fascino di questo contesto unico e irripetibile.
I personaggi 👉 hanno certamente un ruolo importante nel successo di questa storia.
La protagonista Perveen Mistry è figlia di una rispettabile e stimata famiglia Parsi.
Suo padre è un brillante avvocato, che ha la fama di non perdere mai una causa, ed è a capo di uno studio legale situato nel Fort. Perveen ha conseguito una laurea in legge a Oxford ed è la prima avvocatessa della città.
Ovviamente, questo la mette in una condizione particolare. Deve muoversi con intelligenza e attenzione in un mondo che è prevalentemente maschile, per costruirsi una vita professionale…mentre cerca di trovare l’amore.
Attraverso Perveen e gli altri personaggi femminili -anche i secondari- l’autrice apre una finestra sulla condizione e i diritti della donna. Sujata Massey, infatti, nel ritrarre la sua formidabile investigatrice si è ispirata alla storia delle prime avvocatesse indiane.
L’ intreccio 👉 è sapientemente costruito.
Lo sviluppo lineare del racconto è interrotto da una serie di flashback. Si salta dal 1921 al 1916 per rivivere alcuni episodi determinanti nella vita di Perveen.
Attraverso i ricordi, le reminiscenze e una serie di incontri l’autrice stabilisce il legame fra il passato e il presente di Perveen, così che i flashback risultano ben ancorati alla linea temporale principale.
La trama mystery è ben congegnata, il meccanismo funziona e alla fine del libro i conti tornano, senza che nulla risulti però troppo scontato.
La prosa 👉 è molto bella, meravigliosamente ricca di dettagli (che trovo necessari quando l’ambientazione è così lontana dalla quotidianità del lettore).
L’autrice restituisce alla perfezione colori, suoni e odori dello scenario in cui colloca i suoi personaggi.
E di questi ultimi propone un ritratto ben delineato e indimenticabile.
A me è piaciuto tantissimo e ho già pronta sullo scaffale la seconda avventura di Perveen.
Ma se siete ancora indecisi vi lascio di seguito anche la trama del romanzo 👇
Bombay, 1921. Perveen Mistry è da poco entrata a far parte dello studio legale del padre. Laureata in legge a Oxford -e prima avvocatessa di Bombay- svolge le funzioni di procuratore legale, di segretaria, traduttrice e contabile.
Incaricata dal padre di eseguire il testamento di Mr Farid, che ha lasciato tre vedove, Perveen si trova al cospetto di tre “purdahnashin”, musulmane ricche e in clausura che potrebbero rappresentare un’eccellente opportunità da un punto di vista professionale. Sfogliando il carteggio relativo all’eredità, qualcosa di strano salta agli occhi dell’avvocatessa: in una lettera scritta in inglese, Faisal Mukri, amministratore dei beni della famiglia, comunica che le tre donne rinunciano alla loro eredità (e unico mezzo di sostentamento) a favore del “wakf”, un fondo di beneficenza. La richiesta è singolare, e due delle firme apposte alla lettera sospette.
Convinta che le tre vedove stiano subendo il raggiro di un uomo senza scrupoli, Perveen vuole indagare. Giunta però nella ricca dimora del defunto Mr Farid, si imbatte nel corpo senza vita di Faisal Mukri…
Post by Sara P.