Che prezzo ha l’indipendenza? Che prezzo bisogna pagare per inseguire il sogno di una vita migliore -o semplicemente dignitosa- ?
Penso che si tratti di una riflessione che ognuno di noi – in modo e in condizioni diverse- ha fatto almeno una volta nella vita.
Quando è arrivato il momento di fare una scelta capace di cambiare un’intera esistenza.
E questa è una storia vecchia, con la quale le donne lavoratrici hanno dovuto da sempre fare i conti.
Sfruttamento, condizioni di lavoro difficili, discriminazioni, rischio di compromettere la propria salute.
Il tema è serio, e ne parla, con la sua scrittura meravigliosa Virginia Benenati nel suo “Le ragazze fantasma” , al quale dedico oggi il consueto spazio di recensioni libri e consigli di lettura.
La storia è drammatica e molto intensa.
Siamo negli Anni Venti, in New Jersey, e un gruppo di ragazze viene impiegato in una grande fabbrica, la U.S. Radium corporation.
Le lavoratrici, alcune molto giovani, hanno il compito di dipingere con una vernice speciale – undark- i quadranti degli orologi e della strumentazione in uso dai soldati.
La vernice, a base di radio, rende fosforescenti e quindi visibili di notte i quadranti.
Le ragazze, lavorando, hanno l’occasione di essere più indipendenti, in certi momenti si sentono persino più importanti.
Loro sono a diretto contatto con un’innovazione di cui ovunque si parla.
Ma quello che non sanno è che la vernice che usano è radioattiva e le condurrà incontro a una lenta agonia.
Ma le dial painters sono ragazze tenaci e alcune di loro sono decise a portare la verità a galla.
Questo romanzo è una lettura capace di lasciare il segno.
Non si tratta di un libro inchiesta, e l’autrice ha sfumato i contorni della storia modificando nomi, date e situazioni.
Non è dunque un reportage, ma questo è, credo, il punto forte del romanzo.
I fatti sono filtrati attraverso l’emotività delle ragazze.
Sono giovani donne comuni, alle quali piace ballare, che si innamorano, che sperano in un futuro migliore.
E ciascuna di loro va incontro al suo destino nel modo in cui la sua personalità le permette di farlo: con timidezza e in silenzio, fino a scivolare nella fine, o con il forte desiderio di avere giustizia.
Vi affezionerete a Mary, Miriam e Katherina.
Proverete con loro sofferenza e rabbia.
Quelli che l’autrice scrive per i suoi lettori sono ritratti femminili bellissimi nella loro semplicità.
Va pure detto, da un punto di vista meramente teorico, che non è mai facile, in storie come questa, non cadere nei cliché. Ma Virginia non si abbandona mai a un racconto melenso.
Dimostra di essersi documentata per rendere la storia credibile e sa mantenere un equilibrio nel costruire le sue protagoniste per renderle verosimili, reali.
Insomma, in poco meno di duecento pagine troverete
- un condensato di emozioni
- una storia – tutta al femminile – di coraggio.
- preziosi spunti di riflessione, perché le ingiustizie del passato non siano reiterate nel tempo
- una finestra aperta su una vicenda poco conosciuta ma di grande importanza
A me è piaciuto tanto e Ve lo consiglio caldamente !
Ringrazio l’autrice per la copia
Post by Sara P.