Il mondo, quando si tratta delle pulizie in casa, si divide in due, senza vie di mezzo: ci sono i virtuosi o zelanti, e gli svogliati.
Non necessariamente l’una o l’altra di queste categorie è legata al sesso. Conosco donne che chiudono nel cellophane il divano e uomini che spelano noncuranti nella vasca come cani pastore; e viceversa so di uomini infastiditi da una goccia di calcare sul lavabo e donne che non conoscono la differenza fra il bagnoschiuma e la candeggina.
Io, però, come vivo la questione “pulizie”? Be’ in generale sono abbastanza efficiente, ma sottolineo “abbastanza”, cioè pulisco con cura prima che si arrivi al punto di non ritorno, ma non vivo con gioia il momento. Cioè vivo in uno strano limbo in cui da un lato, mi sento in colpa se la situazione sembra sfuggirmi di mano; dall’altro, certi giorni piuttosto che trascinarmi dietro l’aspirapolvere, mi prenderei a martellate sui denti. È pure vero che con il lavoro, i figli, la spesa e tutto il resto a volte essere svogliati nasce dalla consapevolezza che le giornate durano solo 24 ore. E a meno che nell’elettrodomestico sia inclusa una sfera specchiata da discoteca e voi siate ciucchi, è difficile che abbiate voglia di fare le pulizie alle 2 di notte. Quindi che fate? Arrivate a quel punto in cui la polvere dagli angoli più nascosti del mobilio vi fissa con arroganza e decidete di farla finita. Insomma, non vi paga il subaffitto, non mostra nei vostri confronti alcuna comprensione e sta lì nascosta in un cantuccio ad osservarvi: è un fatto di educazione e privacy. Gli altri non possono sapere che sia lì, ma voi sì ed avete una coscienza ed un’onestà morale. Cominciate dunque con uno straccio, uno strofinaccio (e qui cito testualmente per l’occasione Ornella, mia suocera) a “togliere il grosso”, cioè tutto ciò che per tanto tempo si è silenziosamente depositato sulle superfici di casa vostra e sta sviluppando ormai una sua propria personalità. Rimuovete con cura la polvere e poi vi sedete, magari in cucina. Cominciate a vedere cose che prima non avevate notato e così fate due riflessioni: la prima è che nella polvere che avete inspirato pulendo c’erano forse le spore di un fungo allucinogeno , perché le manate di unto dei vostri figli sul frigo ora sembrano 3D; la seconda, che vi sarà fatale, è la seguente : “ e vabbe’, ho fatto trenta, facciamo trentuno”. Così decidete di pulire tutto insieme nello stesso momento.
Raccattate tutti gli strumenti del mestiere: strofinacci, panni antipolvere, di daino, di microfibra, ad alveare per raccogliere meglio la polvere ed elettromagnetici, per calamitare direttamente le superfici metalliche su cui la polvere risulta più evidente. Be’, vi dite, se eliminate i sopramobili la polvere non si formerà più sulle loro superfici. Arrivate, mentre raschiate sotto i mobili, alla conclusione che potreste darli via e mentre spostate il divano vi dite che è solo un invito a poltrire, da eliminare. Perché il divano è uno degli ostacoli più grandi. Innanzi tutto pesa da morire e per spostarlo avete bisogno di fare leva in qualche modo. Cioè vi dovete ficcare nel sottile spazio fra il muro, a cui è addossato e la spalliera, per poterlo spingere. Quindi prima vi pressate nel sottile spazio, poi vi gonfiate di forza ed ottimismo ed in modo convulso, come presi dagli spasmi, lo spingete. Il divano quasi si smonta, ed ad ogni passo avanti, vi mostra le vestigia di un antico mondo perduto.
Polvere, giocattoli, matite, fazzoletti stavano lì imboscati dall’ultima volta che avevate spostato l’ingombrante mobile. Allora pieni di disgusto e disprezzo per i vizi e l’agio eccessivo del mondo moderno, che vi costringono ad avere un divano da 8 posti per starci comodi, lo rimettete a posto. La schiena già vi duole, ma avete appena cominciato: ci sono la cucina ed il bagno, i pavimenti e soprattutto……le finestre!!
Supponete che un tempo le finestre ci fossero, perché ora vedete solo , dove un tempo esse furono, una spessa coltre di sabbia. Perché? Perché l’ultima volta le avete pulite, disinfettate e lucidate ed erano meravigliose: voi stessi ci avete sbattuto la faccia, non percependo il vetro, vista la perfetta trasparenza della superficie. Ma già dopo un’ora, quando ormai esangui guardavate i vetri boccheggiando, si è alzata una tempesta di sabbia, è arrivato il ghibli, o ha piovuto sabbia a vento. Quando lavate le finestre è sempre così. Oggi siete presi dalla tentazione e vi sentite sciocchi e mortificati perché avete delle tendine a mezzo vetro che lasciano intravedere lo sporco. Vi dite che è giunto il momento di comprare tende a vetro intero, che coprano tutta la finestra e pure tutta la parete in cui sono state costruite. In fondo meglio abbondare. Ma poi siete dei deboli e alla fine le pulite… e che succede? Sono passate ore, il tempo è cambiato e avete due figli e due cani…casa è linda e pinta, ma se avete tanta, tanta fortuna, durerà due ore, al massimo due ore e mezza.!!!
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