Oggi nel consueto spazio dedicato a recensioni libri e consigli di lettura, vi parlo di “Le bugie che racconto” di Julie Clark edito da Astoria, un libro che definirei un “thriller tutto al femminile”.
Ma vediamo di capire un po’ meglio di cosa si tratta.
Tutta la storia ruota intorno alle sfortunate vicende di Meg Williams.
Quando la narrazione ha inizio la protagonista è già una donna matura, ma nelle pagine immediatamente successive -attraverso una serie di salti temporali- viene ricostruito il suo passato.
Un passato di torti subiti.
Meg rimane orfana della mamma, quando ancora è alle scuole superiori.
È senza casa, perché quella che apparteneva a lei e sua madre le è stata sottratta da un uomo spregevole, che senza pietà le ha raggirate.
Meg ha dunque alle spalle una storia difficilissima e dolorosa, fatta di notti trascorse a dormire in macchina, di piccoli espedienti architettati per avere di che vivere.
Ma la nostra protagonista è un personaggio intelligente, che sa intuire con grande facilità il punto debole delle persone. E con il tempo, questo suo talento fa di lei un’astuta truffatrice.
Meg è eccezionale: sa scivolare con naturalezza e credibilità nei panni di un’altra donna, sa essere mille donne in una.
E sceglie con cura le sue prede: sono tutti uomini, individui che per egoismo, avidità, manie di controllo, o desiderio hanno fatto torto a una donna.
Meg li ripulisce, muovendosi lungo il confine sottile fra crimine e giustizia;
si prende ciò di cui ha bisogno, e poi li smaschera;
scompare e poi riappare con grande disinvoltura e un’identità nuova, sempre in cerca di vendetta.
Ma fra lei e la riuscita dei suoi piani si frappone un ostacolo: una giornalista investigativa che la segue da anni, Kat Roberts.
Kat è ostinata, determinata, pronta a tutto per fare chiarezza.
Ma perché?
Curiosità? Carriera? Senso di giustizia? O semplicemente per il desiderio di conoscere veramente il passato della misteriosa truffatrice?
Già avrete compreso come i binari su cui si muove questa trama siano articolati e complessi.
Innanzitutto, nella caratterizzazione delle protagoniste femminili c’è una componente psicologica molto bella e approfondita che fa empatizzare il lettore con loro e le rende personaggi completi, “stratificati”, direi.
Secondo, ogni elemento che compone questo puzzle di eventi e situazioni è descritto minuziosamente.
Meg studia le sue vittime attentamente, costruisce, filo a filo, una ragnatela intorno a loro, dalla quale, una volta scattata la trappola è impossibile uscire.
C’è dunque un effetto suspense, senso di attesa, e, infine, persino soddisfazione quando il lettore vede i più spregevoli di loro capitolare.
#lebugiecheracconto è un libro che vi piacerà se siete amanti dei thriller psicologici e in particolare di quelli a doppio POV.
Le storie di Meg e Kat procedono parallelamente – fra presente e passato -, in alcuni capitoli le loro strade si incontrano, e poi, sul finale, le loro vicende si fondono per diventare una, chiudendo così il cerchio.
Nonostante poi la trama sia molto articolata e l’intreccio assai fitto, scoprirete un racconto che scorre sempre in modo fluido, e caratterizzato da una prosa d’effetto, capace di fare di ogni episodio un’immagine vivida.
A me è piaciuto tantissimo e non posso fare altro che consigliarvelo.
Ringrazio la CE per la copia.
Post by Sara p.