L’esempio di “La sorella minore” di C. Hubback
Cosa amate di più del regency?
Ragioniamo per immagini…che si tratti di film o libri, sicuramente, voi appassionati del genere dovrete ammettere che l’ambientazione -in termini di spazi fisici e di epoca- può fare la differenza nel racconto di una storia.
Magari siete dei romantici o viceversa amanti delle atmosfere gotiche, e allora capite bene quale capacità abbia lo scenario degli eventi di amplificare emozioni e sensazioni.
In questa arte, grandi autrici come Jane Austen o le sorelle Brontë sono state delle maestre.
Per questa capacità di dipingere con i sentimenti i luoghi, si distingue anche Catherine Hubback , nipote della Austen, che segue diligentemente le orme della zia.
Con pazienza, fantasia, e un indiscusso talento, cerca di dare un finale a “I Watson”, opera incompiuta di sua zia, scrivendo “La sorella Minore” pubblicato da Vintage Editore
E così anche lei ci riporta nel meraviglioso mondo Regency.
La protagonista del libro, Emma Watson, dopo la morte dello zio torna a vivere a Winston, nella casa paterna. Emma e le sue sorelle sono state invitate a partecipare a un evento organizzato da Miss Osborne, giovane e facoltosa nobildonna, al vicino Castello.
Dunque, udite, udite, eccoci di fronte a un elemento imprescindibile del romanzo regency, a quel tipo di scena che fa luccicare gli occhi dei lettori amanti del genere…
Il ballo! Lo immaginate?
Ovunque “scene di allegro trambusto: sussurri animati, risate leggere, raffinatezze e corteggiamenti erano da ogni parte intorno a lei e alle sorelle, mentre seguivano il flusso dei visitatori che salivano verso le sale del ricevimento.”
Immaginate uomini e donne fluttuare , nei loro splendidi abiti, nella sala da ballo.
Pensate alle mosse di danza che diventano l’emozionante incontro fra giovani innamorati.
A questa confusione aggiungete i moti interiori: le guance che si colorano di rosso, gli scambi di occhiate fugaci, fraintendimenti, e dialoghi formali che nascondono forti sentimenti ( gelosia, amore, speranza e delusione).
Già questo basta per provare un’autentica necessità a proseguire con la lettura.
Ma non finisce qui perché durante il racconto ritroverete Emma soggetto centrale di alcune immagini che quanto ad ambientazione sono in piena linea con il repertorio Austeniano.
Quali?
La passeggiata chiarificatrice ad esempio. La fuga nella natura quando il resto della casa dorme
“i raggi del sole invernale scintillavano sulla brina e tinteggiavano di rosso i rami degli alberi nudi degli alberi intorno. L’aria frizzante e vivace, il cielo privo di nuvole “
E poi la pioggia improvvisa…
La casa e i suoi dintorni sono dunque un rifugio sicuro che però presto Emma è costretta ad abbandonare. Un drammatico evento rimescola le carte della sfortunata Miss. Watson, e da Winston, luogo della casa paterna, si ritrova presto a Croydon, ospite da suo fratello e sua moglie Jane.
Nella nuova residenza, grande e confortevole, a Emma viene assegnato solo “uno stanzino contenente un letto con a malapena dello spazio per camminarci intorno, una vecchia cassettiera e uno sgabello. Non c’era un camino e la finestra dava su una piccola fila di edifici sormontati da alti tetti di tegole nere “
Il nuovo alloggio fa sentire la giovane triste e senz’anima , e alla stregua di certe eroine Austeniane (mi viene in mente Fanny Price di Mansfield Park) in balia di parenti arcigni, invidiosi e taccagni.
Ma Emma non è disposta a rinunciare alla propria indipendenza, vuole decidere del proprio destino…
E allora non ci resta che aspettare il terzo volume…
Nuovi luoghi e nuove avventure attendono Emma!
A breve riparleremo di questo libro per la recensione finale.
Intanto, se siete curiosi, qui trovate il recap delle altre tappe del blogtour.