Voglio innanzi tutto fare una premessa…
Premesso che io adoro mio figlio e mio marito, in questo ordine o in ordine inverso e sparso (come preferite), ho dovuto constatare nel corso nel tempo che fra uomini e donne c’è una bella differenza.
Non solo quella che voi tutti avete immaginato appena ho iniziato la frase.
Del resto si dice “Marte e Venere”…..
E preciso non “Marte e Veneree”, che ho letto su alcuni post Facebook e richiamerebbe un altro tema, più di carattere igienico sanitario che non letterario.
Comunque tornando al nostro tema , è evidente ai più che queste differenze si mostrano nei modi più vari e fantasiosi. Diciamo innanzi tutto che il fatto che uomini e donne siano diversi è un bene!
Pensate ad una copia esatta di voi stessi, con le stesse strutture mentali, percorsi di ragionamento, fisse, paranoie, ansie…è sufficiente? State Rabbrividendo?
Credo di sì…
Però detto che il mondo è bello perchè è vario, in ogni contesto la differenza fra uomo e donna si mostra subito, chiara.
Pensate alla spesa ad esempio…
Immaginate due figure ai box di partenza al supermercato: un lui ed una lei. Sono dietro i loro carrelli pronti a spingerli per iniziare le compre.
Lei, nei 5 minuti di attesa prima di entrare nel supermercato, o semplicemente nei 10 metri che dividono la zona carrelli dall’ingresso, avrà ricevuto già 10 telefonate: la madre che chiede dei nipoti, il figlio che non trova il libro, la figlia che sta sulla tazza gridando “ho fatto !”.
Perchè se una donna, una madre, è raggiungibile, anche solo telefonicamente, si chiede a lei.
Quindi al box 1 l’amazzone spinge il carrello, risponde al telefono mentre lotta con la borsa. Perchè? Perchè la donna non esce mai solo con le chiavi di casa e ed il telefono. Ha almeno altre 17 cose da fare, e per ciascuna è necessario un articolo che ha sapientemente riposto nella bisaccia.
Al box numero 2 c’è invece il nostro lui. Ha solo il telefono in tasca, forse da qualche parte le chiavi della macchina, suppone lui, perchè è arrivato in auto. Le chiavi di casa le ha sapientemente lasciate a casa per non appesantirsi. Qualcuno, il figlio, la figlia sulla tazza del cesso o il cane dietro la porta gli aprirà. Non è mai morto nessuno per questo.
Sullo sfondo c’è la voce di quella al box 1 che lo martella. Non ha mai ripreso fiato e pronuncia una serie incredibile di parole al minuto (è come se stenografasse con la lingua). Lui invece guarda la lista che in corsivo, stampatello maiuscolo , stampatello minuscolo, sanscrito ed aramaico gli ha scritto la moglie. La poveraccia le ha tentate tutte, nella speranza che nessuna voce della lista fosse dimenticata. Lui guarda questa lista, lunga come un rotolo romano, forse 10 o 12 metri, come uno fatto di anfetamine guarda la sua mano. La moglie lo ha già rincoglionito a casa prima che lui uscisse. Così con l’emicrania non riesce a concentrarsi. È solo scosso, a volte, da un fremito che gli procura l’idea di dimenticare qualcosa. La moglie lo cazzierebbe a morte, al suo rientro.
Al fischio di partenza i due muovono i carrelli, lei è aggressiva: ha poco tempo, deve fare già la cena entro le 9.45 del mattino , perchè non tornerà più a casa fino a sera. E poi ha poco tempo in generale perchè la borsa la sta strozzando.
Lui è confuso in ansia: non sa se con mozzarella, si intenda bocconcino o fiordilatte. Loro sono in 4 quindi sarà? Bocconcino, naturalmente. Povero ingenuo!
E poi ci sono gli assorbenti. Ma un uomo di 40 anni, un povero Cristo, dove li trova? E poi con ali o senza? Notte, giorno, mattina o colazione sull’erba?
Vedete, ognuno, in modo piacevolmente diverso vive ogni giorno le sue ansie.
Insomma cari “Marte e Venere” vi dicevo, ma la spesa è una gran rottura per tutti.
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