E se io vi dicessi che “I Watson”, il romanzo di Jane Austen non è rimasto incompiuto?
Vero è che la tanto amata autrice inglese non ha scritto la parola “Fine” di questa storia. L’ha fatto, tuttavia, sua nipote Catherine Hubback, che ha prodotto seguito e conclusione del libro.
Vintage Editore sta pubblicando l’opera, suddivisa in tre volumi.
E io colgo l’occasione del blog tour in corso, per presentarvi il secondo volume della serie: “La sorella minore II”
La trama
La protagonista è la giovane Emma Watson.
Emma ha fatto da poco il suo ritorno nella casa paterna, quando un drammatico evento sconvolge nuovamente la sua vita.
La morte di Mr. Watson non solo è una grave perdita e un profondo dolore per Emma e le sue sorelle, ma rappresenta un grande cambiamento nella vita delle ragazze. L’evento rende ancora più incerto il destino delle figlie di Watson, giovani ancora senza marito. Tutte subiranno le drammatiche conseguenze di questo lutto, ma a farne le spese sarà soprattutto Emma.
Fra i tumulti del cuore, spasimanti insicuri o poco graditi, sentimenti difficili da reprimere e parenti aridi e insensibili, Emma cercherà di difendere la propria indipendenza.
Ed essere l’unica a decidere del proprio destino.
La mia opinione
Comincio con il dire che questo libro mi è piaciuto moltissimo.
Catherine Hubback ha indubbiamente il suo stile, ma non mancano certi echi Austeniani che rendono la lettura gradevolissima. E poi i personaggi sono tanto ben caratterizzati che vi ritroverete completamente immersi nel bellissimo mondo della novel of manners.
I personaggi. Protagonista del volume è Emma una giovane donna in età da marito.
Emma era stata affidata a suo zio. Dopo la morte dell’uomo, tuttavia, è tornata a vivere con il padre e le sorelle.
È una giovane orgogliosa, indipendente, riflessiva. E per quanto sia modesta nei modi e nell’apparire ha una sua innata eleganza.
Intorno a lei, nella ritrovata dimora, ci sono le sorelle : Margaret, Elizabeth, Penelope. Sono tutte molto diverse fra loro, ma direi che per superficialità, leggerezza, egoismo ed egocentrismo Margaret è la figura che più si distingue.
E non è la sola a mostrarsi tale, nel delizioso carosello di personaggi che animano la storia. Jane, la cognata di Emma, è taccagna, invidiosa, insensibile e gretta. Nemica in ogni modo della povera Emma.
In modo vario è dipinto anche il mondo maschile. Nel mondo della protagonista fanno il loro ingresso -o ritornano- vecchie e nuove conoscenze: l’avaro fratello Robert Watson;l’affettuoso fratello minore, Sam; l’ambiguo Tom Musgrove; Mr. Howard ,l’innamorato silenzioso e discreto; Lord Osborne, che veste i panni del goffo e impacciato corteggiatore.
Tutti i personaggi recitano meravigliosamente la loro parte nel gioco sottile di fraintendimenti e cose non dette, abilmente orchestrato dall’autrice.
L’ambientazione. I luoghi e le atmosfere tipiche del Regency. Il racconto inizia con casa Watson in subbuglio, mentre le ragazze che si preparano per prendere parte al ballo organizzato nel Castello dei ricchi e nobili Osborne.
Il ballo fa da cornice alle prime scene. Fra ricchi arredi, ed eleganti ornamenti hanno luogo conversazioni sussurrate, scambi fugaci di sguardi, coreografie ordinate di danza che mascherano i tumulti del cuore.
Ma non finisce qui, perché tanti sono gli elementi classici del Regency che troverete in questo libro: le passeggiate nella natura che calmano i sensi e danno pace alla mente. Winston, il villaggio della casa paterna non è molto diverso dai luoghi raccontati in tanti romanzi della Austen.
Dopo la morte del padre Emma e le sorelle, però, sono costrette a trasferirsi a Croydon, dove la situazione è decisamente diversa. Emma si ritrova a dover essere ospite di parenti che non la vogliono, per i quali è un peso, e viene relegata in una minuscola e spoglia stanzetta. Nonostante la dimora di suo fratello sia grande e confortevole, a Emma è rifiutata ogni comodità. A dirigere la casa è l’orribile cognata Jane, che la fa quasi sentire prigioniera nella dimora così poco ospitale per la giovane.
Lo stile. Una scrittura che ricorda quella di Jane Austen, senza però esserne una copia. C’è una certa originalità, un tocco personale che distingue questo libro da “I Watson ” di Jane Austen. Insomma una continuazione che non stride troppo con l’originale incompiuto, ma che d’altro canto, non è solo un tentativo di emulazione.
Quanto all’intreccio, nella prima parte del libro tanto si gioca sul triangolo Emma-Lord Osborne- Mr Howard; nella seconda, la scena è prevalentemente occupata dal complicato rapporto fra Emma e la sua malevola e invidiosa cognata Jane.
Perché leggere questo libro
Se siete appassionati del genere Regency non potete perdervelo.
E poi se amate Jane Austen questa è una ghiotta occasione di vedere le sue storie proseguire.
A me è piaciuto moltissimo e ve lo consiglio sicuramente!
Ringrazio la Ce per la copia
Post by Sara P.