Oggi nel consueto spazio, dedicato a recensioni libri e consigli di lettura, vi parlo di “La scienza uccide” di Ilaria Rizioli pubblicato da Fucine Editoriali.
Il libro è un giallo tradizionale, che racconta le indagini condotte dall’ ispettrice Maurizia Dalbuono su uno strano caso.
Siamo all’Università di Ferrara e durante una importante conferenza per l’inaugurazione di una camera anecoica, una donna precipita dal quarto piano dell’ edificio.
Una lettera d’addio rinvenuta sul posto dovrebbe sciogliere ogni dubbio sulla natura del gesto, ma…
Ma il giorno dell’ incidente all’università c’è anche l’ispettrice Dalbuono. E a lei la storia del suicidio non sembra credibile.
Maurizia è assolutamente decisa a fare chiarezza sull’accaduto e non perde tempo.
Inizia la sua caccia alla verità fra false identità, segreti scomodi, e relazioni nascoste.
E a colpi di interrogatori l’ispettrice scoprirà presto che dietro un’apparenza rassicurante si nasconde un mondo di interessi economici e bugie, una realtà torbida e pericolosa.
Sì perché la donna uccisa è una nota Professoressa Universitaria che sta lavorando a un importante progetto, e che si trascina dietro una vita privata complicata.
Ma questi non sono gli unici problemi che la Dalbuono deve affrontare, perchè la sua situazione familiare non è meno complessa.
Maurizia è un’ispettrice di poco più di trent’anni, snella, con un naso importante.
È una golosastra, amante dei dolci, anche se per evitare “incidenti” dovrebbe trattenersi -vista la sua intolleranza al lattosio -.
Ha una sorella minore con la quale il rapporto è disastroso. Colleghi spesso fastidiosi. E come unica famiglia ha l’ex governante di casa, Teresina, che la punisce a suon di piatti piccanti.
E ci sono segreti di famiglia che hanno condizionato – e continuano a farlo- la sua vita personale.
In poco meno di 130 pagine Ilaria Rizioli costruisce un giallo godibile e coinvolgente, nel quale l’indagine procede secondo le classiche regole del genere.
Con una narrazione che definirei snella e asciutta, non solo l’autrice fornisce al lettore tutto gli elementi necessari per risolvere l’enigma, ma riesce anche a tratteggiare in modo efficace e simpatico la sua protagonista, Maurizia Dalbuono.
E così senza distrazione e senza digressioni che non appartengano strettamente alle indagini, si arriva in modo rapido e lineare all’epilogo della storia: un finale ben studiato coerente con il resto della narrazione.
L’ho trovato una piacevole lettura, e perciò lo consiglio agli amanti del giallo -poliziesco- classico.
Ringrazio Autrice e CE per la copia.
Post by Sara P.