Oggi parliamo di “La maschera dell’anima”, un thriller psicologico scritto da Viviana Nobilini, edito da Le Mezzelane Casa Editrice.
Il libro racconta le vicende di due protagonisti: Adriana, una madre di famiglia divisa tra la routine quotidiana e il lavoro di giornalista; e Andrei Peev, un ragazzo nato in una città bulgara al confine con la Romania.
Adriana ha costruito il suo mondo con fatica, ama suo marito, sua figlia e il suo lavoro, ma d’improvviso inizia ad essere turbata da strani sogni. E ai sogni segue una profonda inquietudine.
Andrei è un giovane mite, che ha una natura femminile imprigionata in un corpo da uomo. Cerca di trovare il modo di esprimere veramente sé stesso, ma per farlo deve iniziare una lunga trasformazione.
Andrei e Adriana sono personaggi che hanno in comune una cosa: il cambiamento.
Lo cercano o lo subiscono.
Vivono però in questo loro percorso esperienze molto diverse.
Adriana presa dalla sua professione, finisce con il trascurare suo marito. E teme che lui, un uomo debole, cerchi attenzioni altrove. Ciò che Adriana vede, le persone che incontra, alimentano sempre più in lei il sospetto di essere tradita e l’ansia.
Andrei vuole diventare una donna a tutti gli effetti. Rifugge le attenzioni delle ragazze, di una compagna di scuola in particolare, perché non è in grado di provare vera attrazione nei suoi confronti.
Inizia una terapia che lo conduce alla tanto desiderata trasformazione. Ma ciò non basta e presto diventa necessario per lui trasferirsi altrove.
Così raggiunge l’Italia.
Ed è partendo da queste vicende che l’autrice costruisce abilmente, un intreccio ricco di colpi di scena.
Perché se inizialmente le due storie procedono su binari paralleli, arriva un momento nel racconto in cui le strade dei protagonisti si incontrano…o almeno così sembra.
Ed è a questo punto che il romanzo diventa più intrigante.
Perché l’interazione fra i personaggi è costruita su un sottile gioco di identità.
Nascoste, rubate, fraintese e infine rivelate.
Così le amicizie, la passione, l’amore narrati nel libro sono “episodi” in cui ogni personaggio indossa una maschera, ed è difficile capire veramente che tipo di anima e personalità essa nasconda.
Gli inganni, i colpi di scena, le trame oscure alimentate da invidia e odio, caricano il racconto di quelle tinte tipiche del thriller psicologico.
E la doppia ambientazione (fra Ancona e Vidin), nonché i salti temporali aggiungono mistero e tensione alla narrazione.
Gli eventi si succedono rapidi fino al colpo di scena finale, un’inversione di marcia audace, che dimostra -come in ogni buon thriller- che la realtà è spesso diversa da come appare.
Insomma, ho trovato questo libro ben costruito, mai scontato, e scritto come un thriller deve essere. Una prosa giustamente evocativa, capace di creare suspense, ma mai troppo carica.
A me è piaciuto molto e ringrazio la CE per la copia in omaggio.
Post by Sara P.