L’ho letto perché
Ho iniziato a leggere questo libro perché ero in cerca di atmosfere diverse. Dopo essermi per un po’ dedicata nuovamente a classici e gialli, volevo cambiare scenari. Se anche voi siete alla ricerca di un libro intrigante questa è la lettura giusta per voi.
La Storia
La storia che è una vicenda di fantasia magistralmente costruita dall’autore è ambientata nel 1200 e racconta delle avventure e disavventure di Ignazio da Toledo. Il protagonista, un mercante di reliquie conoscitore dell’alchimia e di mille altri affascinanti segreti, viene incaricato da Federico III di Castiglia e dal suo consigliere Padre Gonzalez de Palencia di indagare sulla scomparsa della Regina Bianca di Castiglia. La risoluzione del problema, percepito come una trama ordita dal maligno, viene a lui affidata in virtù della sua grande esperienza di “conoscitore dei luoghi e delle genti”. Ma il giorno stesso in cui , a Cordoba, avviene l’incontro con il Re, strani eventi hanno luogo. Alla corte di Ferdinando Ignazio rivede dopo anni il vecchio magister Galib, che accenna a misteri più grandi. Esiste un libro il Turba philosophorum , un manoscritto antichissimo, risalente a Pitagora, che custodisce i segreti e gli espedienti alchemici più bramati: la formula per mutare la natura degli elementi. Ma una volta informato Ignazio e dopo aver incaricato il figlio di lui,Uberto, di recuperare il libro, il magister muore in circostanze poco chiare. E così Ignazio ed il suo seguito partono ciascuno per la propria missione: Ignazio ed il prode Willalme iniziano la loro spedizione affiancati dall’ambiguo Filippo di Lusitania; il figlio di Ignazio, Uberto, va alla ricerca del Turba Philosophorum. Ed in questo momento che la vicenda di Bianca si intreccia alla ricerca del testo prezioso. Sullo sfondo, alternando gli intrighi politici a superstizione e suggestioni, c’è la vicenda del misterioso Conte di Nigredo e di Araigne.
La cosa affascinante di questo libro è che, sebbene la trama sia di pura invenzione, nel racconto abbandonano riferimenti storici (ci sono notizie autentiche sui personaggi storici citati) e leggendari.
Così, Si parla di alchimia, di eresia e caccia agli eretici e alle streghe, di superstizione; e vengono allo stesso tempo ricostruiti in modo fedele, i luoghi e gli eventi storici, qualora siano reali e non di invenzione.
Ma l’aspetto che più ho amato di questo libro, che è intelligente, non troppo di fantasia, e ricostruito nella parte storica con grandissima precisione, è che nel raccontare le vicende dell’epoca non è mai cruento. Cioè non c’è mai quel compiacimento esagerato nel descrivere la violenza in dettagli, ma “il maligno” si intuisce nel modo giusto, con una prosa sempre elegante.
E poi la storia è coinvolgente…
Per un assaggio delle atmosfere, vi cito un passo:
“Camminava verso di lui con le braccia tese e la bocca spalancata in una smorfia di allarme. Humbert riuscì a scansarlo, ma subito dopo si accorse che altri individui si accalcavano alle sue spalle. Era una massa di derelitti, per buona parte segnati da ustioni e da menomazioni. In molti brandivano catene ganci o altri attrezzi metallici.
«State lontani, miserabili!», esclamò il lieutenant, ripiegando verso la salita.
La folla si ammassò verso di lui iniziando a mormorare una cantilena: «Miscete, coquite, abluite et coagulate!»
«State lontani!» gridò ancora Humbert de Beaujeu.
Ma la massa dei derelitti continuava ad appressarsi.
L’autore
Marcello Simoni, con “Il mercante di libri maledetti”, il primo capitolo della trilogia di cui “La biblioteca perduta dell’alchimista” fa parte, ha vinto il 60° premio bancarella. È autore di altre due trilogie : Codice Millenarius Saga e Secretum Saga.
Nel 2018 ha vinto il premio Ilcorsaronero.
Il suo libro La biblioteca perduta dell’alchimista mi è piaciuto tantissimo.