Oggi dedico un post a “Invito a Capri con delitto” di Emilio Martini (Elena e Michela Martignoni), edito da Corbaccio.
La trama
Il commissario Bertè viene invitato a Capri da un vecchio amico di famiglia, il Professore Alberto Sorrentino.
Ma la chiamata che Bertè riceve non è la richiesta di una visita di piacere. Al professore è stata consegnata una lettera che viene dal passato. Si tratta di una richiesta di aiuto, datata 1976, e firmata da Diana Meyer, la donna che quarant’anni prima il Professore ha amato. La donna proprio in quell’anno è scomparsa misteriosamente, lasciando il cuore dell’uomo in pezzi. Bertè si trova allora a investigare su un caso difficilissimo. Deve lavorare lontano dalla sua area di competenza; ricostruire fatti lontani nel tempo; e indagare la mente delle persone coinvolte, determinate a mantenere sepolti i segreti che custodiscono da anni.
E poi c’è il Professore, con la sua sensibilità, la sua coscienza da pacificare, e il suo cuore da convincere.
La mia opinione.
Devo dire che ho trovato questo libro veramente molo bello e mi è piaciuto tantissimo per una serie di motivi, che vorrei approfondire insieme a voi.
L’ambientazione. Le indagini vengono condotte nella bellissima Capri.
“Già, anche in quell’isola fatata, appoggiata sul mare dalle dita di un Dio in una buona giornata creativa, si nascondeva il male”
I luoghi dell’isola vengono descritti dalle autrici con grande sensibilità ed eleganza. I dettagli sono pennellate piene di colore e meraviglia che disegnano un acquerello che riempie gli occhi.
E poi ci sono le notazioni storiche, i preziosi racconti di storia del Professore.
Tiberio, il mito di Ipato, citazioni di intrighi misteri e sacrifici orgiastici, creano un’atmosfera particolare che aggiunge fascino ai luoghi reali.
I personaggi. Il protagonista, Bertè, è un commissario fuori dagli schemi. É uno a cui piacciono molto le donne e che ha problemi con la sua, Marzia. Spesso insicuro e geloso nelle relazioni sentimentali, è invece rapido e determinato nelle indagini. Ha una sensibilità e un acume particolare nell’indagare la mente, la psicologia dei personaggi.
E del resto, nel libro è in continuo dialogo con la sua coscienza, che, come un’eco condivisa con il lettore, si prende gioco delle sue debolezze. E poi scrive. Vorrebbe essere uno scrittore e mettere poesia in quel genere di situazioni che vive ogni giorno, tramutandole in una versione letteraria.
Anche la sua spalla, il Professore, è un personaggio molto interessante.
È un uomo avanti negli anni, un dotto, che conserva un fascino d’altri tempi. Un’eleganza naturale, non ricercata, e un romanticismo che alimenta ancora sentimenti provati quarant’anni prima e poi messi a tacere. É un uomo colto che non resiste all’ingenuità delle ragioni del cuore. Insomma, un personaggio molto bello nelle sue contraddizioni.
Lo stile. Ho trovato una soluzione molto interessante, quella di fare della lettera la miccia che innesca la sequenza di eventi. È un elemento che ha il sapore del giallo classico. Sono molto belle le parti descrittive. Permettono al lettore di immergersi perfettamente nel contesto. C’è una grande attenzione alla psicologia dei personaggi, che i dialoghi, o i ritratti proposti dalle autrici chiariscono perfettamente, dando la possibilità al lettore di chiudere il cerchio alla fine del libro.
Perché leggere questo libro.
Se amate il giallo classico questa è la lettura per voi.
A me è piaciuto veramente molto. Anzi credo che sia stato, sinceramente, uno dei migliori gialli di autori italiani che ho letto nell’ultimo anno.
Ben scritto, curato, interessante nell’intreccio.
E poi è un libro che ha una sua eleganza e tanto fascino, e che vi intratterrà senza mai insistere su dettagli cruenti o su atmosfere noir e troppo tormentate.
Post by Sara P.