Oggi nel consueto spazio dedicato a recensioni libri e consigli di lettura, vi parlo di un libro molto bello e particolare: “In principio era la Bestia” di Omar di Monopoli, pubblicato da Feltrinelli Editore.
Il romanzo racconta delle indagini di un gruppo di dragoni del Re inviati da Napoli in Terra d’Otranto, nel 1799.
Il manipolo di soldati, accompagnati da un giovane dottore e naturalista, è chiamato a fare luce su una serie di crimini tanto inquietanti quanto bizzarri. Si tratta di omicidi così efferati e brutali da alimentare presso gli abitanti di Languore il mito di una creatura demoniaca, la Bestia. Ululati, carcasse di animali squartati, sparizioni e l’omicidio di una mammana e di un viandante seminano paura e terrore in una terra già dilaniata dai moti giacobini e dalla repressione.
E per i membri della spedizione diventa sempre più difficile distinguere la verità dalla calunnia, la superstizione dalla realtà.
Finché l’identità dell’anonimo viandante non viene rivelata e i suoi taccuini non portano alla luce nuove scoperte: un’indagine segreta iniziata un anno prima, il coinvolgimento della massoneria partenopea…
Ho trovato questo romanzo veramente molto intrigante.
L’ambientazione storica ha indubbiamente un ruolo fondamentale nell’accrescere il fascino del racconto. Siamo al termine dell’Illuminismo, ma nelle terre periferiche descritte nel libro, il rigore e le conquiste della scienza non hanno migliorato in alcun modo la condizione dei meno abbienti. L’ignoranza, la fame,la superstizione condizionano ancora le loro esistenze. E le violenze e le rappresaglie sono ancora all’ordine del giorno.
In questo clima di incertezza, i luoghi e le situazioni ricostruite dall’autore si tingono di tinte cupe e oscure che stregano il lettore.
Tra i personaggi, la figura forse più affascinante è il dottore e naturalista James Fenimonte. Fiducioso nei mezzi della scienza e a volte insofferente di fronte agli atteggiamenti dei signorotti locali, ha una capacità di discernimento che lo distingue dagli altri protagonisti della storia.
Inquietanti e ambigue le figure di Don Carmelo Dirlampa, barone di una nobile casata, conservatore arroccato nei suoi privilegi, e Mastro De Sanctis, un potente galantuomo, nuovo ricco e studioso delle scienze occulte.
Sono uomini che muovono i fili di oscure trame e che- chi con astuzia, chi con crudeltà – manovrano gli abitanti del luogo per fare i loro interessi.
Molto bello anche il ritratto del bandito Malesano, un prete brigante diffamato dai nobili, figlio perfetto di una terra anarchica e contradditoria.
Ciascuno di questi personaggi contribuisce a creare il quadro di una società che sa di decadenza, nella quale il divario fra nobili e meno abbienti sembra incolmabile, ma il desiderio di cambiamento inizia a emergere.
“Eppure piano piano le cose ànna cangiàte, sentite a me. Anche se non lo vogliamo, anche se ci opponiamo, arriva sempre il momento che qualcheduno appinza la testa e all’improvviso ti fa capire che sei rimasto addietro e ti tocca cedere il passo”
Anche da un punto di vista stilistico, nel registro linguistico, l’autore è bravissimo a ricreare questa realtà composita alternando il linguaggio più pulito del Dottore al dialetto stretto dei ceti poveri, passando per la lingua dei nobili locali. Il Decurione De Sanctis e il barone Dirlampa hanno un modo di parlare che sta nel mezzo, ricco di espressioni dialettali e carico di minacce e tracotanza.
Insomma, a me è piaciuto tantissimo.
Se cercate un mistero da risolvere, avete trovato la lettura giusta per voi: “In principio era la Bestia” racconta un’indagine appassionante in cui i lumi della ragione sfidano le nebbie della superstizione…
E a colpi di pratiche esoteriche, rituali e avvistamenti, l’autore costruisce pagine dai toni cupi e inquietanti, ma dal fascino magnetico.
Per me è da leggere!
Ringrazio la CE per la copia.
Post by Sara P.