Oggi parliamo di “Il tesoro del Diavolo. Le cronache dell’Inquisitore” di Luigi Panella, edito da Rizzoli, che ringrazio infinitamente per la copia.
Il libro è un romanzo storico appassionante e avvincente, che racconta della sfida fra due uomini eccezionali: l’inquisitore Yves le Breton, e Umberto di Fondi.
A me questo libro è piaciuto moltissimo, perciò, con grande piacere, condivido con voi alcune impressioni sull’esperienza di lettura.
La trama.
Siamo nel 1265 e l’Italia è lo scenario delle sanguinose guerre e battaglie che porteranno alla dominazione angioina. Si oppongono due schieramenti: le truppe francesi guidate da Carlo d’Angiò, e i soldati teutonici, saraceni e italiani di Manfredi, figlio naturale di Federico II.
In questo panorama di scontri, assedi e morte, tornano a fronteggiarsi due vecchi avversari: Yves le Breton, un domenicano magister dell’inquisizione e stimato consigliere di Carlo d’Angiò; e Umberto di Fondi, un cavaliere coraggioso, geniale al servizio di Manfredi. I due si conoscono da tempo, da una notte a Gerusalemme di tanti anni prima. Ora come allora sono nemici, ma stavolta il gioco è diverso. Non si tratta solo di fede o fanatismo, politica e terre da conquistare, ma c’è di più…
Perchè entrambi durante la loro missione vengono a conoscenza dell’esistenza di un antico manoscritto e del tesoro del Diavolo. Un tesoro avvolto dalle nebbie del mistero, cancellato dalla memoria insieme a Cartagine, dopo la distruzione della città. Ma questo segreto ora può essere svelato… E le due menti geniali di Yves e Umberto sono pronte alla nuova sfida, un gioco pericoloso senza esclusione di colpi.
La mia opinione.
Comincio con il dire che, se siete amanti del genere, questo libro non vi deluderà. Io l’ho trovato molto bello e ricchissimo di spunti interessantissimi. Innanzitutto il genere permette di dare una bella rispolverata alle proprie conoscenze sul periodo storico che fa da cornice. E io amo questo aspetto dei libri: il fatto che alimentino la curiosità. Così ho recuperato dai libri di storia alcune nozioni. Non perché fosse necessario – il racconto è chiarissimo e non ne avrete bisogno- ma perchè ero talmente presa dalla storia che è stato un piacere immergermi più in profondità. Poi c’è ovviamente il racconto in sè. Un intreccio appassionante, sapientemente orchestrato.
L’ambientazione. Nel libro l’azione si sposta spesso da uno scenario all’altro, sia dal punto di vista geografico che temporale. In Italia vi lancerete all’inseguimento degli eserciti e dei protagonisti facendo tappa in mille luoghi diversi (Montecassino, Capua, Benevento, Napoli Foggia, Lucera per citarne alcuni) e troverete particolarmente bella la ricostruzione di alcune abbazie, e dei campi di battaglia con gli eserciti schierati. Andando indietro nel tempo, la descrizione dell’assedio e della distruzione di Cartagine sicuramente farà breccia nei vostri cuori. C’è poi Parigi e la corte di Luigi IX “il Santo” e Tunisi.
I personaggi. Yves, il protagonista, e Umberto, il suo antagonista, sono due personaggi veramente ben riusciti. Caratterizzati alla perfezione, geniali, ma agli antipodi. Yves è un domenicano colto, astuto, deciso, inarrestabile nella lotta al maligno, votato completamente alla difesa della cristianità. Umberto è un soldato leale, fedele al suo Signore, impavido che crede nella laicità del regno come promessa di tolleranza. Sono entrambi brillanti, pericolosi.
Questo rende il loro scontro assai intrigante, una partita a scacchi nella quale ognuno muove i suoi pezzi con astuzia. Mezzi diversi, ma che mantengono in equilibrio la sfida, stuzzicando la curiosità del lettore. E devo confessare che il mio personaggio preferito è stato Umberto, l’antagonista, il “cattivo”, strano ma vero.
I personaggi secondari, sono figure di invenzione o storiche. L’unione di fiction e ricostruzione storica funziona decisamente bene. I personaggi d’invenzione rendono più accattivante la ragnatela di intrighi, amori proibiti, e tradimenti che coinvolge i protagonisti.
Lo stile. Il fatto che la storia sia raccontata secondo due linee narrative distinte – le guerre del 1200, la spedizione di Scipione a Cartagine nel II sec .aC.- dà dinamismo alla narrazione. È molto bravo l’autore a seguirle e alternarle senza mai confondere il lettore. L’elemento fiction – la ricerca della mappa e del tesoro del diavolo – è molto ben studiato, coinvolgente e ben inserito nel contesto generale della narrazione.
La scrittura è pulita e scorrevole, un aspetto non secondario in un romanzo storico. Non appesantisce il racconto che i salti temporali rendono già complesso. Insomma, sebbene i personaggi siano molti, gli scenari altrettanti, lo stile di scrittura rende armonioso e coerente l’insieme, regalando un’esperienza di lettura molto piacevole.
Perchè leggere questo libro.
Inquisitori, Sovrani, Usurpatori, Guerrieri e Cavalieri…Se trovate tutto ciò intrigante, questo è il libro per voi.
Se il romanzo storico è un genere che vi appassiona, sicuramente il 1200 con le sue luci e ombre, risulterà ai vostri occhi l’ambientazione perfetta per un libro avvincente.
Se il mistero, la tensione quasi da spy story, accende in voi quell’emozione e quella curiosità che vi fa apprezzare i libri, adorerete questo romanzo.
Due protagonisti indimenticabili e una rotta da seguire oltre i confini del mondo conosciuto…
Che si può volere di più?
Io ringrazio la CE per la copia in omaggio e vi auguro una buona lettura!!!!
Post by Sara P.