“Il silenzio degli dei” di M. Marcialis

24 Lug 2024 | Romanzo storico

Oggi, nel consueto spazio dedicato a recensioni libri e consigli di lettura, vi parlo di “Il silenzio degli dei”, secondo volume della serie di Mauro Marcialis, pubblicata da Solferino.

Il libro è un romanzo storico ambientato nell’Antica Roma, di circa 190 pagine.

Ma vediamo nel dettaglio di cosa si parla e com’è strutturato il racconto. E, come sempre, iniziamo dalla trama.

La trama

In una Roma dalle mille contraddizioni, dove l’opulenza dei patrizi si contrappone alla miseria dei plebei, dove i governanti organizzano banchetti bizzarri e ludi sempre più sanguinosi, dove i graffiti sulle mura scandiscono le cronache del mondo intero, il più grande anfiteatro del mondo prende progressivamente forma sorprendendo i suoi stessi ideatori. Derek e Arild, amici separati quand’erano bambini, ci lavorano entrambi: il primo, da un laboratorio fuori dalla città, sta realizzando le maestose statue che adorneranno l’edificio; il secondo è impiegato nel cantiere, a spostare e squadrare massi. Brynja, a quel cantiere, non può nemmeno avvicinarsi: sogna di rivedere il suo amato Arild, ma è una schiava, le è proibito allontanarsi da sola dalla domus del senatore che ha fatto di lei il suo trastullo sessuale. Ha solo un’alleata, Flaminia, la moglie del senatore, che si sente prigioniera quanto lei: insieme, le due donne progettano di lasciare quella vita, di ricongiungersi ai loro veri amori. Passione e morte si stringono in un abbraccio in questo secondo episodio della serie che racconta le avventure di tre ragazzi e la nascita dell’edificio destinato a diventare il simbolo della Roma antica. Due donne determinate rischieranno di perdere tutto, un uomo coraggioso incontrerà il suo destino, un giovane tormentato conoscerà il figlio dell’imperatore

La mia opinione.

I personaggi
È stato un piacere ritrovare Arild, Derek e Brynja, e seguirli in una nuova tappa del loro viaggio verso la libertà.

I tre ragazzi sono maturati, i loro talenti sono divenuti evidenti, e le loro personalità ben definite.
Ma le vicissitudini che sono costretti a vivere sono ora più drammatiche.
Il desiderio di gloria e fama, l’odio viscerale, diventano nelle loro vite di schiavi la forza più grande, quella che li spinge a resistere a soprusi e ingiustizie.

Brynja, insieme alla padrona Flaminia, è ancora vittima delle angherie e delle crudeli ritorsioni di Gneo Domizio Liviano, uomo sadico e disgustoso.
Il suo ruolo di schiava concubina è sempre più difficile da sopportare.

Arild si allena e nonostante la fatica dei lavori nel cantiere di costruzione è sempre più forte e motivato. Sembra avviato a una brillante carriera.

Derek ha maturato un talento, come scultore, tale da stupire l’imperatore stesso.
Ma per ciascuno di loro c’è la consapevolezza che la libertà potrebbe essere solo un miraggio e i successi momentanei sono velati di malinconia e tristezza.

Flaminia e Livio vivono l’ultima pagina della loro storia d’amore impossibile.

Insomma, nel secondo volume della serie c’è una bella evoluzione dei personaggi che rafforzerà il legame fra loro e il lettore.

L’ambientazione

Mentre questi protagonisti fanno le loro difficili esperienze con trasporto, dolore e pathos, il Colosseo prende una forma sempre più definita. Maestoso, imponente, destinato all’ eternità, mentre i rovesci della sorte stravolgono le esistenze di chi gli è attorno.
Come nel volume precedente, le scene e i dialoghi che coinvolgono i personaggi si alternano a delle digressioni sul panorama attorno, utili a costruire la cornice storica necessaria al genere.
Il Colosseo è protagonista insieme ai tre schiavi di quasi ogni pagina, ma stavolta c’è un’incursione nella splendida Pompei.
Le informazioni storico archeologiche fornite nella narrazione riflettono bene il lavoro di documentazione fatto dall’autore.

Lo stile

Da un punto di vista narrativo e stilistico, posso condividere due osservazioni, che arricchiscono quanto detto sul volume precedente.
Alcune scene sono molto forti, soprattutto nella storia di Brynja e Flaminia.
Ma l’autore è stato molto bravo a “dosare” i dettagli. Si intuisce perfettamente quanto accade, a volte viene descritto, ma senza mai insistere eccessivamente sui particolari più crudi. Ciò rende il racconto realistico, ma non disturbante per chi, pur amando la storia, rifugge le descrizioni “splatter”.

Insomma, a me è piaciuto molto, e non posso fare altro che consigliarlo agli appassionati del romanzo storico ambientato nel mondo romano.

Ringrazio la CE per la copia.

Post by Sara P.

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