“Il sentiero del sale” di Raynor Winn

12 Giu 2022 | Narrativa

Oggi parliamo di “Il sentiero del sale” di Raynor Winn edito da Feltrinelli che ringrazio per la copia.

Il libro, veramente molto bello, racconta una storia vera in modo autentico e toccante.

La trama

Raynor e suo marito Moth improvvisamente perdono tutto ciò che avevano nella vita. 

La fattoria che insieme hanno restaurato con tanto amore e fatica viene tolta loro e Moth scopre di essere affetto da una grave malattia.  

Dalla loro tranquillità e serenità precipitano nell’incertezza. Non hanno più nulla, nemmeno un posto in cui stare, e Moth è costretto a prendere delle medicine che appannano la sua lucidità. 

L’unica possibilità che hanno sembra essere la fuga…scappare, camminare il più possibile per allontanarsi dal ricordo doloroso di ciò che è perduto. Non fermarsi mai per non sprofondare nell’apatia e così nella depressione.  Se sono diventati dei senzatetto, lo saranno facendo campeggio libero lungo  il South West Coast Path, il sentiero che si snoda lungo la costa sudoccidentale dell’Inghilterra. I due decidono infatti di percorrere i 1.031 chilometri del sentiero, dal Somerset al Dorset, passando per il Devon e la Cornovaglia. Porteranno con sé due vecchi zaini , una tenda e quel poco che, con le forze rimaste, riescono a trasportare…

La mia opinione 

Comincio con il dire che ho trovato questo libro assolutamente emozionante.

È una storia sul potere della speranza e sulla voglia di resistere, intensa, venata di una malinconia profonda che però non è mai cupa disperazione. È il racconto di un percorso alla ricerca di strade e vie alternative, le uniche possibili quando la rotta seguita per anni è purtroppo ormai persa.

I personaggi.  Il libro è ispirato a una storia vera,  sembra perciò un diario di viaggio, e i due protagonisti sono assolutamente credibili, persone reali che vivono un momento cupo delle loro esistenze. Raynor è una donna matura, che ha investito tutte le sue energie nel progetto della fattoria, che ama profondamente suo marito Moth. Non è pronta a rinunciare a nessuna delle due cose, ma deve fare i conti con una realtà difficile. È triste, piegata dalla vita, ma non perde la lucidità e sceglie di continuare a sperare. Così per sentirsi vivi scelgono di dormire in tenda per quasi cento giorni,  unica  alternativa al nascondersi e rifiutare la realtà.

Il viaggio che lei e Moth pianificano diventa dunque l’occasione per avere un nuovo inizio. E la perseveranza di Raynor è il motore della loro esperienza. Anche nei momenti più bui non c’è rassegnazione, ma caparbietà, e soprattutto la capacità di guardare avanti. E se l’amore reciproco è l’unico conforto per Raynor e Moth, nel corso della storia i due percorrono strade che cambiano le loro prospettive.

L’ambientazione. Una natura meravigliosa, selvaggia, che a volte colpisce e sferza, a volte ha quasi un potere curativo e rinfranca mostrando la sua bellezza. 

“I rododendri, che vennero introdotti nuovamente nel Regno Unito verso la metà del diciottesimo secolo, hanno rapidamente colonizzato la campagna: un’ondata di immigrati, con foglie sempreverdi, lucide e abbondanti, […] e poi , in primavera, una sbalorditiva profusione lussureggiante di fiori viola e malva, che coprono le colline e il sottobosco”

Le scogliere, la spiaggia, il mare fanno sentire l’anima e il corpo liberi. E nonostante la difficoltà del percorso, alleggeriscono il dolore di Moth e Raynor. Loro sono diventati dei senzatetto, che hanno solo l’essenziale. Ma in questa natura, dove le rocce e le scogliere sono modellate dal vento, il bisogno di ciò che non è essenziale si sente meno.

Lo stile. L’autrice costruisce questa biografia, come la storia di un viaggio. Un viaggio che è un capitolo importante di un NOI che è una certezza. Un amore grande e forte che fa reagire e resistere alla disperazione. E ci sono tanti altri spunti interessanti nel libro, oltre alla vicenda di Moth e Raynor in sè. Le sfide che un camminatore deve affrontare, la natura, e l’esperienza dei senzatetto. Il libro è ricco di notazioni interessanti su tutti questi temi: le difficoltà economiche che in Gran Bretagna affliggono molti; la conservazione della fauna e della flora; la storia dei territori attraversati, come in una tradizionale guida di viaggio

“Un’enorme massa di mitologia celtica circonda il tor, dove sono state rinvenute tracce umane risalenti all’Età del Ferro. Come quasi tutti i villaggi della Gran Bretagna occidentale, Glastonbury rivendica un legame con le storie di Re Artù”.

Perché leggere questo libro…

Per assaporare la vita…Questa storia, vera ed emozionante, vi farà riscoprire la speranza. 

Scoprirete una natura stupenda e allo stesso tempo un mondo di sensazioni. Attraverserete il dolore e la paura di un futuro incerto e senza possibilità, fino a trovare il percorso giusto…non semplice ma con nuove possibilità.

Post by Sara P.

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