Il rabbino e il commissario. Non uccidere di Michel Bergmann

12 Giu 2023 | Gialli e Thriller

Oggi, nel consueto spazio dedicato a recensioni libri e consigli di lettura, vi parlo di “Il rabbino e il commissario. Non uccidere” di Michel Bergmann, edito da Emons per la serie “Gialli Tedeschi”.

Siamo tutti d’accordo nel pensare, credo, che dopo secoli di letteratura sia difficile raccontare qualcosa di nuovo.
Se poi pensiamo ai gialli – o alla letteratura di genere in generale – le difficoltà crescono, perché nella trama è necessario ritrovare alcuni elementi imprescindibili.
Se recuperate trame e quarte di copertina dei libri che sono in maggiore evidenza nei diversi canali pubblicitari vi accorgerete che spesso alcune frasi o alcuni “tipi” ricorrono.

E allora veniamo alla prossima considerazione: in questo mare magno di romanzi pubblicati, un libro funziona e può distinguersi se ha “quel certo non so che” che sfuma i contorni di una storia comune, trasformandola in qualcosa di diverso.

L’ho capito bene leggendo questo libro.
Parliamo di un cozy mystery, che non è “l’ennesimo cozy mystery”, perché vi dico che se avessi sotto mano una seconda e una terza avventura di questi personaggi, mollerei tutto per seguire loro.

La storia, raccontata in breve, è questa: una ricchissima e anziana signora, sposata a un uomo più giovane, muore.
Aveva intenzione di modificare il testamento e di donare un cospicuo lascito alla comunità ebraica di cui faceva parte.
Ma non ha avuto il tempo necessario…
La signora, è vero, soffriva già di cuore, ma nella sua morte il rabbino Silberbaum vede qualcosa di strano. Ha un sospetto, e anche se nessuno gli crede, va a caccia di prove .

Arrivati a questo punto, forse vi domanderete cosa dovrebbe spingervi a leggere questo libro, invece di uno fra i numerosissimi titoli in libreria.

E ve lo dirò in poche parole:

  • Divertimento
  • Personaggi pieni di personalità e carattere
  • Trama intelligente, e non scontata.
  • Prosa “briosa e accattivante” (come recita la quarta di copertina).

E se ciò non vi basta e avete qualche minuto ancora, potete continuare a leggere questo post e scoprire qualcosa in più su questo romanzo…

Il divertimento è una componente che in un giallo può essere presente o meno, ma che, inevitabilmente, condiziona alcuni aspetti della narrazione: ritmo delle parti narrative, linguaggio, dialoghi.
In questo romanzo il tono del racconto è leggero (intendiamoci non superficiale), i dialoghi sono frizzanti, e il nostro avvenente rabbino ha un irresistibile senso dell’umorismo e una naturale inclinazione all’ironia, che fa spesso perdere le staffe a chi gli è vicino.
Scegliendo questo romanzo, lascerete alle vostre spalle il cliché del protagonista tormentato, con un triste passato che riaffiora.

E oltre al rabbino Silberbaum conoscerete la sua altrettanto  irresistibile spalla, il commissario Bergmann. Il Commissario è un uomo silenzioso, riflessivo, mai impulsivo. Divorziato con una figlia adolescente, mangia male e a volte è scontroso. Ma è un personaggio positivo, che verso la fine del libro comincia anche a trarre un certo divertimento dalla strana collaborazione.
Insieme sono perfetti!

Proprio grazie a questi personaggi, e alla prosa estremamente scorrevole il romanzo risulta “brillante” (mi sembra il termine più adeguato).

Quanto alla trama, la scelta dell’autore è in un certo senso rischiosa e coraggiosa.
Nel giallo tradizionale l’identità dell’assassino si scopre alla fine del libro.
Questo romanzo invece è un giallo “alla rovescia”: il rabbino immagina già chi sia il colpevole e va a caccia di prove che confermino la sua teoria.
Non ci sono grossi tentativi di depistaggio da parte dell’autore, ma il racconto funziona meravigliosamente.
Le disavventure del rabbino e una serie di imprevisti bastano e avanzano a movimentare la storia.

Io ho trovato questo libro veramente molto carino e se cercate un bel giallo “cozy” e spassoso, avete trovato il titolo che fa per voi.

 

Ringrazio la CE per la copia

Post by Sara P.

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