Quattro chiacchiere fra i libri…
Oggi parliamo un po’ di fantasy!
Fra i generi letterari che a me permettono di evadere di più dalla realtà c’è il fantasy.
Ma quale è il segreto del successo di questo genere?
Perché di successo dobbiamo indubbiamente parlare,
se considerate che fra i libri più venduti di sempre, ad occupare il podio c’è la saga di Harry Potter;
se considerate il fatto che dal XIX secolo grandissimi autori ne hanno scritti, e il genere non è mai tramontato,anzi.
Per il fantasy vero e proprio bisogna aspettare George MacDonald, l’autore scozzese di Phantastes, considerato il primo romanzo fantasy per adulti mai scritto e pubblicato nel lontano 1858.
Le sue opere furono discusse e studiate dai due grandi geni del fantasy J. R. R. Tolkien e C.S. Lewis, autori rispettivamente di “Il signore degli anelli” la saga in tre volumi (e sei libri) e “Le Cronache di Narnia” la serie High fantasy ideata nel 1939 e pubblicata negli anni Cinquanta dello stesso secolo.
Tolkien e Lewis fondarono addirittura un gruppo letterario, gli Inklings, per dare il giusto spazio allo stile di scrittura introdotto da MacDonald e che tanto influenzò i loro grandi capolavori.
Ma se è vero che il genere attinge ampiamente al racconto del soprannaturale nelle forme più disparate, possiamo fare un passo indietro e pensare alla mitologia antica che tanto ha fornito alla letteratura fantasy in termini di elementi di trama, atmosfere, suggestioni, personaggi…e si potrebbe continuare a lungo.
Da questi suoi primi passi la letteratura fantasy di strada ne ha fatta tanta: sono cresciuti i numeri in termini di pubblicazione e vendita di titoli, sono fioriti una quantità impressionante di sottogeneri, con interessanti contaminazioni.
La lista è lunghissima e ve ne cito solo alcuni (ma di grande fascino):
Paranormal romance, Urban Fantasy, Dark fantasy, new weird, science fantasy.
Ai quali dovete aggiungere le diverse “sfumature” del fantasy classico che vanno dall’ high al low fantasy, dallo storico al fiabesco, dal contemporaneo al medievale.
Capirete, insomma, che ce ne è per tutti i gusti e qualsiasi tipo voi scegliate, vi sorprenderete nello scoprire che, in fondo, delle caratteristiche ricorrenti ci sono.
Vediamone alcune.
Qualsiasi sia l’ambientazione (e abbiamo visto che ce ne sono tanti tipi diversi) toglietevi dalla testa la “normalità” del reale.
Una città che esiste può essere lo scenario principale -ad esempio nell’Urban Fantasy-, o può esserci una dimensione parallela o alternativa, oppure potete essere nel passato o nel futuro, o in un mondo totalmente creato dall’autore, resta il fatto che la “normalità” dell’esistenza dei personaggi è sempre rotta da qualcosa, e la cornice in cui si muovono diventa straordinaria.
Questa rottura si accompagna all’avventura e alla scoperta.
In molti casi il protagonista -l’unico personaggio in grado di fare la differenza – non è consapevole dei propri poteri, e progressivamente impara a conoscerne la natura e le potenzialità.
Questi poteri lo aiuteranno nel suo viaggio, nella sua missione.
Può trattarsi del recupero di un oggetto magico, della rivolta contro un potere malefico che torna a manifestarsi pericolosamente, di un amico o una comunità da salvare.
La crescita del protagonista, la componente epico-avventurosa si combinano nella storia.
I personaggi coinvolti nel racconto hanno la natura più varia e gli umani sono solo una parte di essi.
Potete trovare creature di ogni genere muovendovi da un sottogenere all’altro: eroi, dei e semidei; elfi, orchi e hobbit; streghe e maghi; licantropi, vampiri e fantasmi.
In questa cornice, in cui a dettare le regole é soprattutto la più fervida fantasia, il protagonista si prepara ad affrontare il più difficile dei compiti: sconfiggere il male dopo aver superato prove tanto difficili e spaventose, quanto affascinanti per il lettore. Accompagnato e protetto da alleati che metteranno in campo ogni possibile arma, intraprenderà il viaggio che lo condurrà alla prova finale.
Ma ora veniamo al “made in Italy” che io personalmente amo moltissimo.
Per l’occasione – e per capire un po’ meglio lo stato del fantasy italiano-
ho fatto due chiacchiere con Amanda Fall, autrice italiana di fantasy molto belli e appassionanti.
Il suo primo libro “Le streghe di Moonvalley” è un romanzo che racconta di streghe e magia in modo intrigante e coinvolgente. Ed è da poco uscito il suo nuovo lavoro “Luminescent” uno science fantasy ricco di elementi originali.
Pronti?
Ecco per voi “scrivere e leggere fantasy” in tre domande con Amanda Fall.
Ciao Amanda, quali sono i tre titoli fantasy (o saghe) imperdibili per i lettori appassionati del genere o per chi ne scrive?
Harry Potter, la serie di Shadowhunters (the Infernal Devices soprattutto) e la trilogia di Acotar.
Con quali aggettivi definiresti l’esperienza di scrivere fantasy e creare nuovi mondi immaginari?
Direi incredibilmente gratificante, totalizzante e terrificante, ma nella sua accezione positiva. Perchè metti tutto te stesso nella creazione di un mondo nuovo, qualcosa che deve necessariamente essere originale ma anche completamente tuo.
Quale è lo stato attuale del fantasy nel mondo editoriale? Credi che sia ancora considerato un genere letterario di serie B? Come hai vissuto la tua esperienza di scrittrice?
Dunque, diciamo che oggi il genere più letto è sicuramente il romance in tutte le salse. il Romantasy ha subito un’impennata grazie a saghe famose come Twilight, Shadowhunters, Fourth wings, Acotar ecc, ma il fantasy classico? Credo che all’estero venga apprezzato molto di più rispetto all’Italia, soprattutto per quanto riguarda generi più di nicchia come il distopico o lo sci-fi. Se avessi scritto romance forse avrei venduto di più ma sono troppo innamorata del fantasy per mollare. Credo che creare nuovi mondi sia qualcosa di indescrivibile e non mi costa nulla inserire più scene romance se piacciono al pubblico, soprattutto perchè anche io amo le storie d’amore. La scrittura mi ha fatto conoscere un mondo meraviglioso, seppur difficile, e sono grata a Segreti in giallo e Words edizioni per avermi concesso questa possibilità.
Scrivere fantasy non è mai facile, i cliche sono tanti e non vengono apprezzati, il folklore è stra-utilizzato così come le figure mitologiche quindi come fare ad essere originali? La sfida dello scrittore fantasy è proprio questa, la creazione. Lo scrittore diventa un piccolo dio del proprio mondo e deve conoscerne ogni anfratto, ogni intoppo, ogni situazione. Bisogna essere descrittivi ma non troppo, esauriente ed esaustivo, bisogna saper scrivere scene d’azione, inserire l’intrigo, il thriller, il giallo e calibrare tutto con un pizzico di romance. Il fantasy è un genere scrigno in cui convogliano tutti i generi. A mio avviso, è il più complesso. Ma quanto è bello essere catapultati in nuovi mondi e allontanarsi per un po’ dalla realtà!
Post by Sara P.