Stavo riflettendo ieri sul fatto che quest’anno non c’è stata la mezza stagione…Non è una triste riflessione sui cambiamenti climatici, ma un dato di fatto, considerando che per tre mesi non siamo usciti. Ho realizzato però che la stagione stava cambiando da una serie di chiari segni.
Il primo sono state le zanzare. Fiduciosa che la situazione attuale ci avesse riservato, come consolazione, una serie di novità, speravo che insieme al ritorno delle api fosse a noi concessa la partenza delle zanzare. Così, poiché sono stata troppo disinvolta nel gestire l’apertura di porte e finestre, ho passato una notte senza dormire. Pare che rigenerandosi allegramente in questo mese le zanzare abbiano sviluppato una nuova preoccupante resistenza ad ogni repellente studiato dall’uomo. Ho spruzzato gas nocivi alla vecchia maniera, ma niente . Io ho tossito per 5 minuti lei mi ha girato intorno tranquilla e strafottente. Ho attaccato alla corrente 2 di quegli affari miracolosi: no rumore, no odore, niente areazione del locale, ma invano. La zanzara non è morta, ed io sono entrata in un tunnel di depressione, constatando che un’intera era evolutiva non è servita a niente ed ancora subiamo le angherie di una roba microscopica che vola ma non si vede. Fiduciosa però nelle capacità del genere umano non ho desistito ed in uno slancio di epico ardore, accese tutte le luci (alle 2 della mattina), mi sono data alla caccia grossa. Ho vegliato, fiutato l’aria ed ascoltato ogni rumore, ma è stato impossibile trovarla. Così all’amarezza è subentrato un delirio dettato dalla mancanza di sonno: la mia mente ha cominciato a viaggiare per tortuosi e pericolosi sentieri. Ho pensato di uscire in giardino, ancora in pigiama, e col retino da farfalle inseguire e catturare un pipistrello. In fondo la naturale predazione è un’alternativa green agli insetticidi, e poi un pipistrello è più grosso, riuscirei a vederlo, forse. Ma poi mi sono detta che il gesto sarebbe stato sconsiderato. Mentre la palpebra mi calava rovinosamente ho pure pensato di trasferirmi in Alaska, confidando nel fatto che le basse temperature non permettano il proliferare delle zanzare. Ma l’idea di un trasloco in tempi di limitazione degli spostamenti mi è sembrata poco fattibile: non avrei saputo che scrivere sul modulo dell’ autocertificazione. Quindi ? Quindi ho fatto la cosa più stupida. Unendo errore ad errore, incertezza e mancanza di consapevolezza ho deciso di avvolgermi completamente nel…..piumone. Questo è stato il secondo errore. Poco conscia del fatto che sia (quasi ) arrivata l’estate non ho ancora fatto QUEL CAMBIO di stagione, quello più insidioso, che tutti temiamo! Quindi dormo ancora col piumone. La mia speranza era che il microclima di casa, creatosi spontaneamente con l’emergenza in corso, restasse immutato. Ma purtroppo si sta alterando e l’innalzamento della temperatura mi sta spingendo verso nuove ardite imprese.
Ma ritorniamo alla nottata insonne. Ho cominciato a girarmi e rigirarmi sotto il piumone lasciando fuori solo il naso. Ho letto da qualche parte che le zanzare percepiscono nel nostro respiro certe concentrazioni di non so che, che però le attirano. Certo non si può smettere di respirare , ma ho sperato che con il solo naso fuori la mia capacità di attrazione diminuisse.
Però ho cominciato a sudare ed a smaniare. Grondavo e sentivo il calore crescere e prima di finire lessa sotto la coltre del piumone, ho avuto un’idea diabolica: il diversivo!
Ho fatto due riflessioni:
- potrebbe essere il momento di un po’ di solidarietà femminile (sempre che sia vero che solo la zanzara femminile punga)
- fornendo alla stessa una ghiotta alternativa forse mi avrebbe lasciato in pace.
Quindi ho toccato il fondo e commesso un’ignobile abominio: ho scoperto mio marito offrendolo alla malefica creatura come pastura.
Ma le azioni spregevoli si pagano a caro prezzo!
Quale? La zanzara non mi ha abbandonato comunque, pare che per certi insetti io abbia un certo sex appeal . Poi oltre al ronzio dell’amabile insetto si è insinuata nella mia testa un’ eco più grande: IL CAMBIO DI STAGIONE. Era ora di archiviare il piumone e tante altre cose e non sarebbe stato facile.
Con questa amarezza nel cuore il giorno seguente ho vissuto una nuova alba, fatta di consapevolezza (gli armadi sono sempre troppo piccoli ed il sottovuoto è una benedizione), risolutezza (con la ciabatta in mano l’avrei cacciata tutto il giorno) e rassegnazione (mio marito s’è preso il raffreddore e stanotte non dormirò). Lui non si spiega come sia stato possibile perdere le coperte in quello strano modo; io non mi spiego come cazzo è che con tre ore di treno arriviamo ovunque ma con una nottata intera non s’ammazza un insetto. Ma viviamo di tragici interrogativi.
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