
Trama:
Tre protagonisti indimenticabili giovani e testardi investiti dalla furia della Storia. “Con lui non aveva mai parlato della guerra. Era rimasta affascinata dalle sue medaglie e dal fatto che non amasse mostrarle, ma non si era mai chiesta davvero cosa avesse fatto per riceverle. Avrebbe potuto passare ore a lodare sé stesso raccontando le sue imprese. Non lo aveva mai fatto.” La vigna vecchia dei Pàhor guarda Trieste dall’alto delle colline del Carso: tra i filari soffiano l’aria di mare e il sussurro impetuoso della Bora, mitigato dal passaggio verticale sulle rocce. È una sera di settembre e tutto è pronto per la festa di fine vendemmia. Vittorio Stefàncich ha combattuto la Grande Guerra come un eroe. Tornato alla vita comune, fatica a riprendere il suo ruolo nell’azienda di famiglia. Freddo e severo coi dipendenti, imbastisce trattative di mercato militaresche, spietate. Antonia Pàhor è diversa dalle dame che affollano le nobili vie della città: nata in un paese del Carso, ha un animo contadino, buono, e non ha niente in comune con la borghesia triestina che affronta la fine di un’epoca di sfarzo, quella imperiale. Quando s’incontrano alla festa, nel cuore di entrambi scatta qualcosa, come una silenziosa promessa. Ma la guerra è finita soltanto nelle trincee. Alla vigna vecchia c’è anche Giacomo Ledri, figlio dell’avvocato più in vista della città. Si è sentito dire per una vita intera che, a differenza del migliore amico, Vittorio, è un fallimento. Adesso, con l’ascesa del partito di Mussolini, Giacomo ha intuito che chi si schiererà coi fascisti avrà la strada spianata. Affamato di potere e gloria, decide di sfruttare l’amicizia che lo lega alle facoltose famiglie Pàhor e Stefàncich, che trascinerà con sé tra le fiamme di un secolo breve e violento.
Recensione:
Una storia d’amore bella e appassionante in un’affascinante cornice storica.
Da queste prime battute avrete già capito perché vale la pena leggere “I vestiti della domenica” di Ludovica Elder @edizionipiemme :
per vivere la nascita e la crescita di un sentimento forte e potente
per viaggiare tra luci e ombre di un periodo storico complesso.
Ci troviamo infatti a cavallo tra le due guerre, fra Trieste e il Carso.
Vittorio si è distinto per coraggio e competenze nel primo conflitto mondiale.
È sopravvissuto, ma la guerra lo ha segnato. Lo ha reso duro e severo. E anche alla guida dell’azienda familiare, non riesce ad ammorbidirsi. È un uomo attraente, sicuro di sé, che prende ciò che vuole. Ma ha profonde cicatrici: alcune visibili, altre no.
Giovanni è l’opposto. Lui, in guerra, non è andato. È figlio di un avvocato ricco e influente, ma purtroppo non è talentuoso come il padre. Ha dovuto inseguire un’altra carriera, che altri hanno deciso per lui. Ed è diventato un agronomo. Sente sempre di aver deluso le aspettative della famiglia. E per migliorare la sua posizione è pronto a tutto.
Fra questi due uomini c’è Antonia, la figlia di un produttore di vino, che ha terre nel Carso.
È una giovane pratica, onesta, che vive a stretto contatto con gli uomini e le donne che lavorano la terra. Conosce la fatica, e sa come si gestisce un’azienda.
Ama la sua terra e le vigne.
Quelle di Antonia, Giovanni e Vittorio sono tre vite che si intrecciano creando una trama dai risvolti inaspettati.
Una trama in cui i fili sottili dell’amore, dell’ amicizia, e dei tradimenti, suscitano emozioni e creano una bella tensione narrativa.
Con una prosa delicata e intensa, l’autrice ritrae i suoi personaggi per il lettore, racconta dei legami che nascono fra loro, stuzzicando la curiosità.
Antonia, Vittorio, Giovanni cercano la loro identità, in uno scenario in cui le discriminazioni delle minoranze, la violenza della guerra, vengono raccontate in modo elegante e potente.
A me è piaciuto molto e vi consiglio proprio di leggerlo.
Ringrazio la CE per la copia,
post by Sara P.