“I silenzi degli adulti” di Mary Lawson

3 Ago 2022 | Narrativa

Oggi parliamo di “I silenzi degli adulti” di Mary Lawson edito da Astoria, un romanzo veramente molto bello ed emozionante.

La trama.

A Solace, una cittadina nel nord del Canada, si intrecciano le storie di tre personaggi: Clara, Mr.Liam Kane e Mrs. Orchard.
Clara è una bambina di sette anni, che soffre per la scomparsa della sorella adolescente, Rose.
Mrs. Orchard è un’anziana signora ricoverata in ospedale, in fin di vita.
E Mr. Kane è un uomo divorziato, che ha lasciato il suo lavoro e la città, per cercare un nuovo equilibrio.
Kane che ha conosciuto Mrs. Orchard tanti anni prima, ha occupato la sua casa, con grande sorpresa di Clara. La piccola, amica di Mrs Orchard, però continua a fare visita alla casa della donna, per nutrire Moses, il gatto dell’anziana signora.
E Liam così taciturno, poco socievole e chiuso in sé, non fa fatica a capire che in questa semplice routine Clara trova un po’ di conforto, di fronte al doloroso silenzio degli adulti.

La mia opinione

Comincio con il dire che ho trovato questo libro bellissimo. Emozionante, intenso, ma mai melenso o scontato.
I personaggi, sui quali la storia è costruita, sono tutto ciò di cui la trama ha bisogno per funzionare.
Perciò partiamo proprio da loro.

I personaggi. Clara è la seconda di due sorelle. La più grande, Rose -la ragazza sulla cui scomparsa si indaga nel libro- “sta attraversando la fase della ribellione” e fa impazzire i suoi genitori. Clara invece è più mite. Non è una bambina dolce e “tanto per cominciare è nata scettica”. È una ragazzina che fa domande e che dubita delle risposte se non sono convincenti. È accattivante, interessante, intelligente e non sopporta il silenzio dei suoi genitori, ammutoliti dalla paura. Lei sa di Rose cose che i suoi genitori non sanno, e pretende da loro la verità anche se triste e dolorosa.
Ma, siccome questa da loro non arriva, la cerca altrove.

Mrs Orchard è un’anziana signora, che nel suo letto d’ospedale aspetta l’inevitabile evolversi degli eventi. Mentre i giorni trascorrono, nella sua stanza, lontana da casa, ripensa al passato. Confessa i suoi dolori, i rimorsi, gli errori a suo marito da tempo scomparso, in un dialogo impossibile e toccante. È stata una donna che ha provato la frustrazione e il dolore lacerante di desiderare ciò che non si può avere. È stata una donna piena d’amore, che ha cercato di esprimerlo in un modo sbagliato. Ha commesso un crimine e ha vissuto la depressione.

Liam Kane è il ponte che unisce il passato e il presente della storia. Anni prima, quando era un bambino piccolo, ha conosciuto Mrs Orchard. Ne ha un ricordo molto vago, ma sa di essere stato in qualche modo parte della vita della donna.
Ora è un uomo infelice. È approdato a Solace per via di un’eredità da riscuotere, ma non sa decidere cosa fare della sua vita. Ha divorziato da sua moglie, non ha amici ed è un tipo solitario, forse troppo. Eppure quando conosce la sofferenza di Clara cambia. Non ha il coraggio di toglierle ciò che la rassicura. Così mentre le visite della bambina alla casa e al gatto Moses si fanno sempre più frequenti, fra i due nasce un’amicizia. Un dialogo semplice, essenziale, sincero.

L’ambientazione. La storia è ambientata a Solace, una cittadina a nord dell’Ontario, negli anni settanta. Un luogo di invenzione dell’autrice. È una cittadina tranquilla, nella quale tutti si conoscono, e le attrazioni sono veramente poche.
“C’erano due strade poste ad angolo retto, una che correva da nord a sud, parallela al lago, l’altra che partiva dal lago e si dirigeva a est per un paio di isolati prima di esaurirsi del tutto ai margini del bosco”.
Poche case, una scuola, qualche fattoria.
Solace è circondata da una natura selvaggia: “se per qualche motivo fossi riuscito ad aprirti un varco per un paio di metri, la foresta ti avrebbe inghiottito e non avresti mai più rivisto la luce del giorno.”
E i suoi abitanti sono ruvidi e istintivi, ma non sono chiusi ai rapporti interpersonali, anzi. Compongono una piccola comunità in cui tutti si preoccupano per gli altri.

Lo stile. Ho adorato la scrittura di Mary Lawson. Quando si racconta il dolore e la sofferenza non è mai facile mantenere il giusto equilibrio. Rendere il tormento senza scadere nel patetico è complicatissimo. Ma questa autrice di stoffa ne ha da vendere. Ricostruisce le emozioni in modo garbato eppure penetrante. E poi c’è la difficoltà di raccontare l’incomunicabile: l’angoscia, il malessere e l’insicurezza che produce il silenzio. E anche in questo caso la scrittrice analizza e traduce in modo impeccabile un complesso spettro di sensazioni. La narrazione non è mai troppo carica, ma ricca di quelle sfumature che una storia sui sentimenti deve portare con sé.

Perché leggere questo libro


È un racconto di vita, che brilla dell’affascinante e complessa personalità dei suoi tre protagonisti.

È una storia sul rapporto difficile che abbiamo con il nostro quotidiano, quando nasce da un passato di errori e rimpianti.

Ed è allo stesso tempo un libro sulle possibilità, su come gli incontri che facciamo nella vita regalino l’opportunità, preziosa e inaspettata, di un nuovo inizio.

Commovente, intenso, meraviglioso…

E dunque…CONSIGLIATISSIMO

Ringrazio la CE per la copia in omaggio

Post by Sara P.

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