Oggi vi propongo un post un po’ diverso dal solito, non si tratta delle consuete recensioni di libri, ma di un consiglio di lettura che vi voglio proporre in una veste nuova per questo blog letterario.
Parlo della lettura condivisa di Aprile, la prima del Book club “il libro del venerdì” ,
“I delitti della Rue Morgue” di E. A. Poe.
Come vi anticipavo nei post social (Instagram e Facebook), ogni venerdì ci sarà una piccola discussione sui social su alcuni aspetti della lettura.
Non bisogna leggere obbligatoriamente un numero preciso di pagine a settimana, e io vi proporrò alcuni approfondimenti utili a gustare appieno il libro scelto.
Perciò cominciamo con l’inquadrare il libro nel suo genere letterario e fare alcuni cenni sulla sua originalità e sul rapporto con la letteratura contemporanea e successiva.
La serie di “I delitti della Rue Morgue”, pubblicata nel 1841, viene da molti considerata come l’inizio del genere giallo.
Con il suo protagonista Auguste Dupin dovrebbe dunque nascere il giallo deduttivo, costruito intorno a un misterioso enigma da risolvere.
Ma uso il condizionale per un motivo preciso.
Fino al 2012 i racconti di Poe venivano indicati come l’indiscussa origine del genere, ma recentemente si è aperto un dibattito su questo primato.
A sollevare dubbi è stato il ritrovamento di un piccolo gioiello nell’archivio di una biblioteca napoletana.
Parliamo di “L’assassinio di rue Saint- Roch” di Dumas padre.
L’opera del celebre autore francese fu pubblicata su un giornale partenopeo, “L’indipendente”, del quale lo stesso Dumas fu direttore tra il 1860 e il 1864.
Lo scritto ricalca con poche differenze “I delitti della rue Morgue”: un racconto che si svolge in una camera chiusa e nel quale le vittime sono due donne brutalmente uccise, madre e figlia.
Le date di pubblicazione, e la tendenza di Dumas (da lui stesso confessata) di essere incline a prendere ispirazione qua e là, sembrerebbero chiudere la questione, tuttavia ci sono alcuni dettagli piuttosto interessanti da considerare.
Ad esempio l’ambientazione: Saint-Roch del romanzo di Dumas è effettivamente un quartiere parigino, ma Rue Morgue è una strada di fantasia collocata però in una Parigi verissima.
C’è poi la scelta dei nomi di alcuni personaggi.
Nel libro di Dumas il medico legale coinvolto nelle indagini si chiama Paul Dupin ( Dupin come il protagonista creato dallo scrittore americano) , nel romanzo di Poe il medico legale ha il cognome Dumas (cioè quello del celebre autore francese).
Si potrebbe continuare a lungo a elencare somiglianze, citazioni e punti di contatto fra le due opere.
E sempre nuovi quesiti si presentano al lettore.
Ad esempio, è lecito chiedersi perché Poe, un americano di Baltimora, abbia ambientato le sue storie a Parigi, quando dalla documentazione a disposizione degli studiosi non emerge con certezza che l’abbia mai visitata.
Ci si domanda, poi, se Poe possa mai aver incontrato Dumas in un suo soggiorno parigino e se ci sia stato uno scambio di idee.
Anche ammettendo il primato di Poe c’è un gioco di richiami innegabile in entrambi i libri (tornando al gioco di nomi, è singolare che nel romanzo di Dumas sia un personaggio di nome Edgar a portare avanti l’indagine)
E bisogna ben valutare se l’eventuale circolazione di edizioni tradotte in altre lingue possa ribaltare il quadro cronologico, che abbiamo sempre considerato attendibile.
Insomma, un mistero letterario da più punti di vista.
Una cosa però resta certa: è il protagonista di Poe, Auguste Dupin, a impersonare nel modo migliore l’antenato del detective geniale, dalle straordinarie capacità analitiche, che ritroverete nei libri dei grandi maestri della letteratura gialla successiva.
L’investigatore che osserva con attenzione e associa immagini e idee.
Che costruisce, a colpi di deduzioni, la strada che, a ritroso, conduce all’origine del crimine, e all’assassino.
E state pronti, perchè nel prossimo approfondimento vi parlerò proprio di lui.
Post by Sara P.
