Premesso che penso che la lettura sia una di quelle grandi passioni che è difficile vivere in modo composto e razionale, devo confessare che più volte da esperti del settore 🙂 mi è stata fatta notare la mia gestione troppo disinvolta dei libri.
Per questo ho deciso di stilare questa lista/confessione dei 5 vizi capitali del lettore peccatore.
N.1) Le orecchie ai libri. Per il lettore appassionato è difficile abbandonare il libro, e quando è costretto a lasciarlo, vuole avere modo di tornare subito nel vivo dell’azione, senza perdere tempo a rivedere cose già lette. Quindi come si comporta? I più garbati e disciplinati suggeriranno un segnalibro. Io ne ho effettivamente di tutte le fogge e misure, perfino di stoffa, personalizzati e bellissimi cuciti, per me sola dalla mia adorata amica Fede P. Ma la verità è che covo il peccato. Non li trovo mai quando mi servono, o vado di fretta, o non ne ho mai abbastanza per le mie necessità, quindi…faccio le orecchie ai libri. Ho visto gente arricciare il labbro difronte a questa mia dichiarazione, altri volgere lo sguardo altrove disgustati. Ma nonostante io patisca la disapprovazione altrui, non riesco a trattenermi: le faccio grosse, piegate male, troppo visibili e tante all’interno dello stesso libro. Provo a cancellarne le tracce superato il capitolo, ma l’angolino della pagina resta spiegazzato e mortificato.
N.2) Sottolineature. Ebbene sì: sottolineo ogni cosa anche i libri che consulto e leggo per motivi diversi da quelli di studio. Sottolineo le parole che per me hanno una musicalità particolare, sottolineo le frasi che mi commuovono o scuotono l’anima. E lo faccio senza ritegno o perizia alcuna: a matita, a penna, perfino con l’evidenziatore. E le mie sottolineature sono orribili: storte irregolari, policrome fino al pacchiano più spinto. Mio marito, quando vede certe “pagine arlecchino” rabbrividisce, e guarda con pietà lo sfortunato volume. “Marchiato a vita” mi disse una volta guardando una biografia sull’imperatore Augusto. Aveva gli occhi velati di pianto, non Augusto, mio marito…
N.3) Appunti e annotazioni. Quando non lavoro, non cucino, o faccio da tassista ai miei figli, o i sensi di colpa per il piatto in più di pasta mi spingono sulla odiata cyclette, normalmente tengo in mano un libro. Quindi il volume in questione diventa per me uno strumento polifunzionale. Se devo ricordare l’appuntamento dal dentista che ho appena prenotato, lo scrivo sul libro. Se devo registrare un numero di telefono pure; se mi viene in mente che devo comprare assolutamente il latte, lo appunto sul retro del libro. Prima o poi brevetterò il libro agenda, per persone come me, amanti dei libri e disordinati cronici. Sulle pagine talora appunto anche commenti alla storia, bizzarri, irriverenti. Se sto leggendo un giallo e perdo il filo, al terzo nome che non ricordo scrivo : “chi è?” “Da dove viene?” “Ma chi te conosce?”
Se in un romanzo romantico lei è civetta, scontrosa, vanta troppe pretese, è antipatica, annoto: “Simpaticona”, “troppo vezzosa”, “anacronistica”, “e Mecojoni !!!” se ottiene l’ennesimo atto di sottomissione dal maschio rapito dalla sua indiscussa avvenenza.
Leggendo “Alice nel Paese delle meraviglie” ai mei figli ho scritto “trip”, “trainspotting”, su più pagine e su Cenerentola ho segnato indignata “potere alle donne” spinta dalla brama di riscatto.
4) Lettura multipla. Faccio questa cosa tremenda. Leggo più libri contemporaneamente. Ho quello della sera che mi mette in pace col mondo, normalmente un super tomo pieno di buoni sentimenti. Quello formato kindle, che leggo sul treno, sull’autobus, o mentre aspetto di iniziare a lavorare. Quello leggero e grintoso che mi dà il relax e mi restituisce l’energia che ad altri dà la siesta pomeridiana. Così a volte piango sul cuscino per l’eccessiva dose di sentimento da tomo. Rido da sola sull’autobus o perdo la fermata sul treno. O mia figlia barda il cane come impavido destriero perché l’esaltazione della lettura pomeridiana ci ha spinte all’azione, troppo.
5) Lettura a salti. Quando leggo un libro, è l’esperienza che mi rende felice, non necessariamente il finale del racconto. Così, se mi rendo conto che l’ansia di sapere come finirà la storia, mi toglie il piacere della lettura, leggo prima la fine. Poi serena e tranquilla mi godo ogni singola riga. In pratica, li leggo a ritroso.
Capita pure che, se il libro fa parte di una trilogia o di una serie più lunga, io legga i diversi capitoli della saga a caso. Inizio dalla seconda avventura, poi passo alla terza e poi recupero la prima. Parto dal primo capitolo della serie, salto al terzo volume, e poi cerco il secondo. Insomma, mi destabilizzo, e mi creo flashback contorti. Bello! Se riesco a capire tutto, alla fine sono pure più contenta.
Insomma, confesso pubblicamente di essere una lettrice peccatrice.
Ma poi, perché ho deciso di scrivere questa breve lista?
Perché se vi riconoscete in almeno due punti della lista siete anche voi lettori (quasi) peccatori, e nel mio disordine, mi sentirò meno sola.
Perché rido da morire quando la mia amica Fede mi dice “stai leggendo il secondo, e non hai letto il primo? Frustati!” E condivido per far sorridere anche voi.
Perché la lettura è il mio grande amore. E lo vivo così: a volte in modo irrazionale, con tira e molla infiniti (“lo leggo? Ma sì, ma no, ma ora?”, “Lo finisco ora o dopo? Che devo fare?”), a volte in modo estremo (piegando addirittura al contrario i libri, affinché le pagine restino aperte). Ma in ogni caso è sempre una grande esperienza, un’intensa, combattuta e sregolata storia d’amore.
Leggere ti arricchisce…sempre!
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