“La bellezza va e viene, è perduta nel momento in cui la tocchiamo, non può essere trattenuta o afferrata più di quanto si possa arrestare il corso di un fiume. Da questo dolore della perdita, da questa amara estasi di un breve possesso, da questo splendore fatale del singolo momento, lo scrittore tragico creerà un canto di gioia.”
Foglie d’America – Thomas Wolfe.
Oggi parliamo di questo piccolo gioiello.
E ho deciso di iniziare il post con questa splendida citazione per diverse ragioni, che comprenderete meglio durante il resoconto della mia esperienza di lettura.
Innanzitutto, vi farò due semplici domande:
Vi piace la letteratura americana?
Quella della prima metà del Novecento?
Se la risposta è sì, Foglie d’America è il libro giusto per voi…
Thomas Wolfe è autore che, vi confesso, non avevo mai letto prima di sfogliare questo volumetto.
Ed è chiaro che la cosa andasse fatta prima, perché Wolfe è stato per me la migliore scoperta dell’anno – fino a oggi -.
Amo la letteratura dell’era di Hemingway e Fitzgerald e questo scrittore è stato una stella dell’epoca.
Perché ?
Autore di numerosi racconti, alcuni romanzi e opere teatrali, Wolfe ha una scrittura magnetica.
Le parole nelle sue pagine creano un vortice capace di risucchiare il lettore. E c’è talmente tanto fascino in ciò che scrive, che accade una cosa stranissima: la storia non ha importanza.
Ma la narrazione funzione, perché lo scrittore
ha l’istinto e il talento dell’incantatore: è capace di farvi assistere all’esplosione di un’emozione; di raccontare estasi e turbamento di una mente che si perde; di dipingere un’immagine di luoghi maestosa.
E tutto ciò accade nella raccolta pubblicata da Corrimano Edizioni, che comprende nove racconti molto diversi fra loro.
Scoprirete la parabola di un attore che si dissolve nei suoi personaggi, completamente assorbito da una finzione che il solo modo di essere che conosce; la bellezza dei luoghi d’America, la sua natura imponente; la solitudine; la morte che trasforma un invisibile in un uomo da prima pagina di giornale; la passione; la normalità solo apparentemente rassicurante di un pomeriggio trascorso in un prato. E molto altro…
L’unico filo che lega i racconti è la straordinaria capacità di Wolfe di mostrare “il modo in cui le cose sono: stravaganti e semplici e selvagge e dolci e crudeli e amabili e tremende e misteriose” , in una coinvolgente altalena di sensazioni.
Le storie di Wolfe sono piene di forza, costellate di immagini vivide e potenti.
Producono la fascinazione nel lettore di ciò che è attraente in modo istintivo. Non perché ci sia una forma estetica artificiosamente elegante, ma perché ogni pagina è un tuffo in una prosa straripante di energia.
Per questo mi è piaciuto tantissimo e non posso fare altro che consigliarvi di leggerlo.
È stata una lettura intensa, fuori dagli schemi.
Una vera chicca per gli appassionati del genere
Post by Sara P.
Ringrazio la CE per la copia