Oggi parliamo di “Estate Artica” un bellissimo romanzo breve di E.M. Forster, edito da Edizioni Croce, che ringrazio di cuore per la copia.
La trama
Il racconto ha inizio nella stazione di Basilea, dove una folla di passeggeri si accalca lungo i binari di un treno diretto in Italia.
Nella concitazione del momento un gentiluomo inglese, Martin Whitby, cade e rischia di venire ucciso dal convoglio. È solo l’intervento tempestivo di un giovane soldato inglese, Clesant March, a evitare il peggio. E nonostante sia subito chiara la differenza tra i due, un po’ per gratitudine, un po’ per curiosità, Whitby inizia a provare una particolare attrazione che lo spinge a ricercare nuovi incontri con il ragazzo. Così, prima durante il viaggio in Italia con sua moglie, e poi al ritorno in Inghilterra, Whitby, vedrà nel giovane March la sua occasione per uscire dalla noia della sua quotidianità. E quando il soldato si presenterà alla sua porta in cerca di aiuto, non esiterà a prendere parte anche lui alla tragedia abbattutasi su Casa March.
La mia opinione
Comincio con il dire che trovo queste edizioni veramente di grande pregio. Il romanzo in sé è un’opera letteraria raffinata. E l’introduzione, con i suoi riferimenti puntuali alla vita dell’autore, rende l’esperienza di lettura più consapevole.
Lo stile. Una delle caratteristiche che mi piace di più di Forster è il suo stile raffinato. La sua è una scrittura impeccabile, da un punto di vista della forma, ma densa di significati allo stesso tempo. Forster sceglie le parole con cura e attenzione e componendole racconta di un’interiorità complessa. Le sue storie più che sulla successione di eventi, si basano sulle riflessioni dell’autore sul mondo circostante. Riflessioni sulla differenza di genere e classe, sulla modernità, sull’adeguatezza o inadeguatezza di certi sentimenti. E nell’esprimerle l’autore unisce finzione letteraria e esperienze autobiografiche. È come se questo autore straordinario raccontasse al lettore il suo mondo da ogni punto di vista, scandagliandolo come solo un osservatore eccezionale sa fare.
L’ambientazione. L’altro elemento assolutamente notevole in questo libro- come in tanti altri dell’autore- è la descrizione di luoghi. Alcuni, come la Tramonta di questo romanzo, sono di invenzione, ma emerge nei racconti lo spirito e l’occhio del viaggiatore attento, che non si ferma alla bellezza estetica, ma coglie le contraddizioni e le emozioni dei luoghi.
Gli ambienti descritti da Forster non sono soltanto spazi oggettivi, ma turbano, alimentano certe sensazioni, amplificano le emozioni e danno loro la forma di un labirinto complesso in cui il lettore si può perdere. Una varietà bella, complessa, intricata di sentimenti, dichiarati o taciuti, che si esprime alla sua massima potenza nello spazio circostante.
I personaggi. Martin Whitby e Clesant March rappresentano le due anime di un mondo in cambiamento; di una società che ha a che fare con una modernità, con la quale ha difficoltà a relazionarsi. Il viaggio fa emergere il loro turbamento esistenziale: Martin è un professionista agiato, un impiegato del ministero del Tesoro spossato dal lavoro, e annoiato dalla vita; Clesant è un giovane soldato reazionario, in cerca del passato della sua famiglia.
Dopo il loro viaggio in Italia, a ricongiungerli in Inghilterra è la triste vicenda di Lance, il fratello di Clesant. Lance è l’unico personaggio che sfugge al meccanismo del perbenismo di facciata e per questo resta schiacciato dalla società del politicamente corretto.
Perché leggere questo libro
Se cercate un autore in grado di raccontare i grandi cambiamenti del Novecento, Forster è lo scrittore per voi.
Questo libro vi farà riflettere su quanto sia difficile esprimere se stessi, su come l’autocensura ci inaridisca.
Vivrete l’inquietudine, l’insoddisfazione e il disorientamento di chi vive un’affettività che la società non gli permette di esprimere.
Un libro veramente molto bello !
Post by Sara P.