Oggi, nel consueto sono dedicato a recensioni libri e consigli di lettura, vi parlo di un libro molto bello.
Un vero concentrato di emozioni e fantasia: “Elsewhere” di Gabrielle Zevin pubblicato da Nord.
E come sempre cominciamo dalla trama.
Liz non sa com’è finita ad Altrove. Sa solo che non può più tornare indietro ed è quindi obbligata a restare in quello strano posto fatto di spiagge bianche, palazzi eleganti, negozi affollati; un posto in cui lei non conosce nessuno e in cui nessuno può ammalarsi, né invecchiare, né morire. E il motivo è semplice: sono già morti. Proprio come Liz, che è rimasta vittima di un incidente d’auto. Adesso, come tutti gli abitanti di Altrove, diventerà sempre più giovane, fino a tornare neonata, pronta per essere rimandata sulla Terra.
Solo che Liz vorrebbe compiere sedici anni, non averne di nuovo quattordici. Vorrebbe imparare a guidare, andare all’università, provare sulla propria pelle l’emozione del primo amore, non ripercorrere un’infanzia che non vedeva l’ora di abbandonare.
Vorrebbe riabbracciare i genitori e il fratellino, non essere costretta a fare conversazione con una nonna mai incontrata prima. In altre parole, non è pronta a lasciare andare una vita che non ha mai avuto nemmeno il tempo di assaporare. Però a poco a poco scoprirà che anche questa esistenza al contrario può essere piena di gioia e di sorprese.
Già da queste prime battute avrete capito che Elsewhere di Gabrielle Zevin affronta temi profondi : la sofferenza, il lutto, la perdita, la separazione.
Eppure l’autrice riesce a ricomporre questi elementi in una forma decisamente originale e inaspettata.
E la fine diventa un principio, il dolore una seconda possibilità.
Tutto ruota intorno al personaggio di Liz, che inizialmente non capisce cosa accade, perché non ricorda completamente quello che è successo.
Vede da lontano -dai punti di osservazione- i suoi cari e non riesce ad accettare di non poter tornare da loro. Non si rassegna a non aver vissuto tante esperienze, perché la sua vita è finita troppo presto.
In questa prima parte del libro, in particolare, ho trovato meravigliosa la prosa dell’ autrice: lirica, intensa, delicata.
La caratterizzazione del personaggio è bella, efficace. E traduce perfettamente le ansie, le paure, il desiderio di ribellione, il modo di percepire le cose di una ragazzina di quasi sedici anni.
Ma mai, in nessun luogo del libro, l’autrice insiste eccessivamente sui toni drammatici, e la narrazione resta distante dai cliché e dal melenso.
L’ Altrove costruito da Gabrielle Zevin, poi, è un equilibrio perfetto di quotidianità e creazione fantastica.
È un mondo che da un lato replica quello reale dei vivi (con automobili, uffici per l’inserimento dei defunti, negozi che vendono souvenir); dall’ altro mostra di essere una dimensione a sé attraverso l’incursione di personaggi dall’aspetto o dal comportamento bizzarro (impiegate verdognole, bambini in tailleur da adulti, nonne che sembrano quarantenni).
A rendere sempre convincente il tutto, c’è però l’autenticità dei sentimenti, che sono forti, in ogni pagina. E il messaggio che capitolo dopo capitolo affiora più chiaro: che c’è sempre tempo per un nuovo inizio.
A me è piaciuto tantissimo.
E se cercate un romanzo che pur con una prosa lieve, sappia suscitare emozioni profonde, Elsewhere di Gabrielle Zevin è il libro giusto per voi.
Ringrazio la CE per la copia
Post by Sara P.