Oggi nel consueto spazio dedicato a recensioni libri e consigli di lettura, vi parlo di “Cuore di Serpente” di Giovanni Montini Edito da Bertoni Editore.
Il romanzo, genere narrativa contemporanea, racconta una storia di affetti, gelosie, passioni e torbidi segreti.
Ricostruisce in modo assai intrigante il labirinto di relazioni, in cui -in un caldissimo agosto del 1977- i protagonisti di questo particolarissimo romanzo si ritrovano intrappolati.
Sono personaggi “bloccati” in un’esistenza che sembra non appagarli più.
In loro c’è insoddisfazione, malinconia, la triste attesa di un cambiamento che non arriva.
Siamo in una splendida villa al Circeo, lontani dai disordini e dalle contestazioni che sconvolgono la quotidianità nelle grandi città.
Nella loro villa del Circeo, i padroni di casa ricevono alcuni ospiti. L’atmosfera è ovattata, persino surreale.
La padrona di casa, Francesca Bacci, è una giornalista che scrive per una rivista di intrattenimento, suo marito, Andrea è un uomo d’affari molto impegnato.
Nella loro casa al mare ospitano un’arredatrice milanese -Nicoletta-, e Giulio Martinelli, uno scrittore in crisi.
Fra i quattro si instaura un equilibrio piuttosto precario, che, presto, viene turbato dall’ arrivo di Gabriele.
Gabriele è il figlio che Andrea ha avuto dal suo primo matrimonio.
Fra Gabriele e Giulio nascerà una forte passione, destinata a travolgere e a sconvolgere l’esistenza degli abitanti della villa.
Quanto conoscete veramente le persone che avete vicino?
Vi sentite sempre al sicuro dal pericolo di essere manipolati?
Lo chiedo perché questo è uno dei temi principali del libro, e se l’argomento vi interessa avete pane per i vostri denti.
Mi spiego meglio…
Ognuno dei personaggi del romanzo ha difficoltà ad accettare un particolare aspetto della propria vita.
E questo lo rende vulnerabile.
È bravissimo l’autore a raccontare come le insicurezze, l’incapacità di confessare i più nascosti desideri a se stessi e agli altri rendano ogni individuo debole.
Così Giulio vive una crisi professionale perché non riesce a dare a sé stesso la libertà di espressione che vorrebbe.
Andrea lavora per costruire un benessere materiale per la sua famiglia, ma i sensi di colpa per aver trascurato il figlio Gabriele lo logorano.
Francesca ha manie di controllo, prova gelosia e invidia quando non è al centro dell’attenzione o non è la prima in qualcosa.
E poi c’è lui, Gabriele, questo bellissimo ventenne, capace di sedurre un uomo che ha l’età di suo padre, di mettere in crisi l’ordine e l’armonia che la sua matrigna tanto vorrebbe e di sprofondare suo padre in uno stato di grande sofferenza.
E l’aspetto più intrigante e inquietante del ritratto di questo giovane è che, mentre gli adulti inseguono una stabilità emotiva che non riescono a raggiungere, lui invece ha in mente un’idea fissa e ben precisa.
È silenzioso, sembra pacato, ma il suo cuore e la sua testa sono avvolti da un’oscurità insidiosa.
I romanzi come questo sono tutti giocati sulla psicologia dei personaggi.
Il set, lo scenario, è abbastanza fermo, quasi immobile.
C’è un contrasto fra l’immobilità e la pace artefatta della villa e la natura dei dintorni che a volte si mostra forte e impetuosa.
Ma il ritmo della narrazione è sempre contenuto, fino al finale inaspettato e sconvolgente.
Sono i dialoghi, le riflessioni dei singoli personaggi -e soprattutto di Giulio- che costruiscono le situazioni.
E l’autore, con grande abilità, fa emergere il loro lato più autentico, anche nelle conversazioni all’apparenza più ordinarie. Grazie ai piccoli dettagli porta alla luce quello che i suoi protagonisti cercano disperatamente di tenere nascosto.
“Cuore di Serpente” è un libro in cui il confine tra bene e male è molto labile.
E anche per questo decifrare i personaggi è per il lettore un’operazione affascinante.
Ci sono debolezze, situazioni irrisolte, che nel corso della narrazione sono capaci di imprimere una direzione tortuosa e inquietante alla catena di eventi raccontati.
E ci sono quegli impulsi che gli esseri umani fanno fatica a dominare: seduzione ed erotismo; rancore e vendetta; senso di colpa ed egoismo; malinconia e apatia.
Io ho trovato questo libro molto bello.
Si legge con grande facilità. La scrittura dell’autore è fluida e magnetica. Il susseguirsi degli eventi è capace di trascinare il lettore in un vortice di emozioni e curiosità, da cui è difficile uscire.
Fino all’epilogo…
Io vi consiglio proprio di leggerlo se vi piacciono i romanzi con protagonisti inquieti e irrisolti;
con personaggi che hanno il fascino torbido di chi sa fingere con naturalezza,
trascinare nella perdizione con candore,
cambiare forma per entrare nella vita altrui…
Ringrazio la Ce e l’autore per la copia
Post by Sara P.