Oggi dedichiamo un post alla recensione di “Corteggiando Jo March” di Trix Wilkins, edito da @vintageeditore, come tappa conclusiva del Blogtour dedicato al romanzo.
La Trama
Il libro è una variazione del romanzo di Louisa May Alcott, suggerisce cioè uno sviluppo alternativo delle vicende dopo i primi otto capitoli di “Piccole Donne” Parte 2.
Jo March è una scrittrice, una donna che tiene alla sua indipendenza. Le sue sorelle sono sposate o stanno per sposarsi, ma lei non ha intenzione di legarsi a nessuno. Nonostante sia molto affezionata all’amico Laurie e questo inizi a corteggiarla con determinazione e dedizione assoluta, Jo non si sente pronta al matrimonio. Il dubbio di essere troppo lontana dal mondo di Laurie, bello, ricco, colto, la spinge a rifiutarlo. Jo è certa che il talento e la ricchezza del ragazzo lo destinino a un futuro promettente, del quale non si sente in grado di fare parte.
Ma Laurie è innamorato di lei da sempre, è attratto dalla sua intelligenza, dalla sua perseveranza di fronte alle difficoltà ed è deciso a farle cambiare idea. Si è iscritto al college, ma in occasione di ogni visita a casa torna da lei. E cerca in ogni modo di dimostrare a Jo che i loro caratteri diversi, i loro talenti così differenti, possono essere per entrambi un prezioso completamento alla loro esistenza.
La mia opinione.
Comincio col dire che questo romanzo mi è piaciuto moltissimo. Il ritratto dei personaggi, l’opportunità di vedere scritto un nuovo finale per dei protagonisti che da ragazzina ho molto amato, sono stati elementi per me assolutamente irresistibili.
Lo stile. L’autrice ci regala un capitolo del tutto nuovo delle vicende delle sorelle March, raccontandolo in modo raffinato e delicato, e mostrando una grande sensibilità alla profondità dei sentimenti, alle sfumature degli stati d’animo. La scrittura è molto curata, in grado di definire in modo completo ogni situazione, ma non eccessivamente descrittiva. Questo attribuisce al libro un sapore di altri tempi, e al contempo una piacevole scorrevolezza. Insomma la scrittura è abbastanza coerente con il romanzo canonico, ma la lettura risulta fluida.
L’ambientazione. Sono spesso citate le belle dimore in cui le sorelle March si recano in visita. La prima che si incontra è la bellissima Plumfield, la residenza dove zia March (sempre attenta a combinare matrimoni) organizza il ballo di apertura del racconto. E poi c’è la meravigliosa Valrosa
“Meg si guardò intorno con occhi spalancati e ammirati, mentre osservava i soffitti alti, i pavimenti lucidi e le grandi finestre che si affacciavano su vasti giardini e boschi apparentemente sconfinati.”
E andando avanti con il racconto si incontra New York, nel resoconto dell’esperienza di Jo e Laurie in città. Ho trovato che ciascuno di questi scenari fosse dipinto nella giusta misura, fornendo un contesto credibile alle vicende, ma mai troppo ricco di dettagli.
I personaggi. Ritroverete in questo libro tutti i protagonisti già presenti in “Piccole Donne”. Tuttavia, essendo questo romanzo una variazione a quello canonico, accade spesso che in “Corteggiando Jo March” di Trix Wilkins alcuni personaggi abbiano caratteristiche diverse rispetto all’opera di Louisa May Alcott. Tutto ciò è ovviamente funzionale ai cambiamenti della trama.
I personaggi che lasciano il segno più di altri sono, a mio avviso, Jo, Laurie, e Beth. Jo è una giovane donna, forte, risoluta, cocciuta, che lavora duramente, assorbita completamente dal suo amore per la scrittura. Ma mette costantemente la sua fatica a disposizione degli altri, e si dimostra pronta a ogni sacrificio per assistere i suoi affetti e garantire una condizione migliore a chi le è vicino. Il suo desiderio di indipendenza, unito alla paura di limitare, con il suo temperamento, il successo di Laurie, la spingono ad allontanarsi da lui. Ma Jo è una creatura molto sensibile, e vive con dolore e nostalgia e il distacco. Soffre profondamente quando il legame con Laurie sembra allentarsi. E allo stesso modo nutre una sorta di gelosia nei confronti delle sorelle, con le quali cerca un contatto costante (quasi esclusivo con Beth).
Theodore Laurence ha potenzialmente l’avvenenza, la ricchezza e i modi del giovani dandy, ma solo in apparenza. È un giovane estremamente talentuoso, sensibile e con una rara capacità di discernimento. È in grado di vedere la bellezza interiore delle donne, di riconoscere la gentilezza e la generosità come i più alti valori. E tutto questo accende in lui un affetto ardente nei confronti di Jo, alla quale non vuole assolutamente rinunciare.
Beth è una creatura fragile e delicata, che fa dell’amore nei confronti degli altri la sua linfa vitale. Ama senza incertezze e supera il dolore per dare conforto agli altri più che a se stessa.
Perché leggere questo libro.
Se avete amato “Piccole donne” non potete perdervi questo libro.
Finalmente avrete l’occasione di scoprire quel finale che, forse, avete sempre desiderato !!!
Post by Sara P.