La Lavastoviglie

17 Giu 2020 | Caro diario

Ognuno di noi, al giorno d’oggi, è a suo modo affascinato dall’incredibile gamma di apparecchi disponibili. Potete considerare, ad esempio, i telefoni cellulari. Questi ci permettono di essere sempre raggiungibili: ogni giorno, ad ogni ora, in ogni momento ed ovunque, ma proprio in qualsiasi punto del pianeta; ci sono anche i telefoni satellitari. Che fortuna, vi direte…ma poi è una fortuna veramente? Perché il telefono squilla spesso in dei momenti in cui fareste volentieri a meno di una conversazione. Normalmente a me succede mentre faccio  la spesa, quando ho appena riempito le buste del supermercato, tipo 5 o 6 ,e  mi ci sono fasciata il braccio fino  ad arrivare alla spalla. È ovvio che in quei momenti non c’è alcuna appendice prensile in grado di recuperare il cellulare, ed è inevitabile che a chiamarmi in quel contesto sarà il parente o conoscente abbinato alla suoneria più imbarazzante. Così carica, mi trascino fino alla macchina, accompagnata dalla colonna sonora di “Nove Settimane e Mezzo”, “L’Esorcista” e simili.

Poi c’è il tablet. Wow!! Potete lavorare ovunque con il tablet…non siete contenti? Così, se siete sulla spiaggia, ma la vostra coscienza vi dice che c’è quella ricerca che dovete finire, c’è lui che vi aspetta nascosto nella borsa come un grillo parlante 4G. Vi dite, “Forse non prende”, ed invece se dovete lavorare, prende sempre, se volete usarlo per un po’ di intrattenimento, invece vi molla….

Allora vi dico sinceramente che io di questi due apparecchi, farei volentieri a meno, anche se, purtroppo, per lavoro non posso.

Poi arriva lei, la luce dei miei occhi: la lavastoviglie.

Certo la lavastoviglie non offre le sue meraviglie a tutti, non ostenta le sue capacità come la lavatrice. Mi ricordo che per il periodo in cui la lavatrice ce l’avevo a portata di cane o bambino, mentre girava il cestello, entrambi guardavano affascinati attraverso l’oblò i panni girare. Ed ho realizzato così che ciò potesse avere una capacità mitigatrice, quasi ipnotica su taluni soggetti di casa mia. Poi passando gli anni la lavatrice cominciò a sviluppare una sua propria smania di indipendenza, un senso di ribellione. Così al momento della centrifuga, vibrando e fischiando annunciava la fine dell’era dello sfruttamento. Ed il suo malcontento centrifugando, diventò così evidente che fummo costretti a spostarla.

Ma lei, la lavastoviglie invece è una grazia. Se ne sta in cucina, silenziosa e garbata, poco appariscente nella sua modalità ad incasso. Non pretende, ma accoglie piatti, bicchieri e stoviglie con grande disponibilità.

Fatta poi la premessa che noi in casa siamo in quattro e che cucino spesso, per me è linfa vitale. Così, quando sono sommersa dai piatti da lavare, quando il bicchiere di mio figlio, dopo aver mangiato la pizza, è talmente unto da aver perso la normale trasparenza del vetro, lei mi viene in aiuto. Mi viene in aiuto anche con i piatti unti di fritto, che sguisciano e fuggono come anguille e che solo con l’acqua a temperatura geyser avrei potuto sgrassare. Ma anche nel nostro rapporto ci sono stati dei momenti bui. Ad esempio una volta, ma devo ammettere che era molto stressata, le caddero le PALE, ed io fui costretta a consultare un tecnico. L’esperto mi disse, che non era niente di grave, ma che per una caratteristica di fabbrica poteva accadere di nuovo, ed allora io e mio marito la guardammo preoccupati finchè il mio adorato coniuge non ebbe l’intuizione:  per assisterla nella sventura e ridarle equilibrio e serenità , le comprò degli anellini di guarnizione, che le piacquero molto, tanto che le PALE, non le caddero più.

Poi ci fu il giorno in cui lei non prese la pasticca. Fu tremendo, non riuscì ad essere la stessa di sempre: i piatti non profumavano ed era un miraggio lontano vederli puliti. Certo, la colpa era stata mia che avevo finito una confezione intera di pastiglie senza accorgermene.

Ma a parte questi sporadici episodi, lei mi ha cambiato la vita!

Per onestà morale, però, devo dire che un difetto, ce l’ha anche lei: va svuotata!

Così, nei giorni di più profonda tristezza, quando apro lo sportello, a volte un dubbio amletico mi prende : “Svuotare o non svuotare”, e questo è il dilemma. I piatti puliti sono tanti, troppe stoviglie da mettere a posto. Ed allora ho un’insana tentazione: e se rovesciassi una passata di pomodoro sui piatti lavati? Sarebbero da lavare di nuovo e non dovrei metterli a posto.

E poi, non ci dicono sempre che nella vita ci sono corsi e ricorsi? Oppure che la vita è fatta a cicli? E Allora? Uno in più, magari Bio-leggero, che differenza può fare?

Basta però che non abbia finito le pasticche…..di nuovo!!!

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