Il pranzo della Domenica

29 Lug 2020 | Caro diario

Ognuno di noi vive in modo diverso l’esperienza dell’invito per il pranzo domenicale da genitori o congiunti vari. Nel mio caso l’esperienza ha un sapore mistico…

Innanzi tutto va detto che la cosa si svolge secondo un preciso cerimoniale. Ad attenderci sull’uscio c’e normalmente un “banditore” che annuncia i piatti, cioè mio padre. Il caro genitore è prodigo di spiegazioni, non è provvisto di livrea, ma con grande professionalità elenca piatti e pietanze.  Il fatto è però che questa piacevole spiegazione è provvista di infiniti dettagli…sulle quantità innanzi tutto.

Ad esempio se siamo in 4, esordisce così: “oggi pe’ fa’ un bel piatto di pasta, ho comprato 2 chili e mezzo di vongole”

Allora si affacciano alla mente due possibilità: che sia un lapsus e che intenda 2 etti e mezzo invece di 2 chili e mezzo e la pasta sarà asciutta; o che intenda veramente 2 chili e mezzo di vongole su 4 etti di pasta. Ed allora, a meno che mia madre abbia iniziato a sgusciare vongole la sera prima sara più facile togliere gli spaghetti dalle vongole piuttosto che i gusci dalla pasta. Se invece siete fra quegli esperti di cucina che amano sperimentare consistenze diverse, potreste pure masticarli con classe. In fondo potrebbero dare croccantezza al piatto.

Qualsiasi sia l’opzione preferita, va considerato, però, che questo è solo il primo scoglio da superare…

Cioè, dopo aver pregustato attraverso sostanziosi e sovrabbondanti racconti le prelibatezze del desco, inizia il servizio vero e proprio…un’occasione sempre carica di sorprese. Il piatto fumante è la prima fra tutte. Perché noi tutti ci cimentiamo , con risultati più o meno professionali nella cucina, ma mia madre custodisce i segreti di un’arte arcana: lei non manteca, porta al punto di fusione la pasta , alterandone lo stato.

Quello che altrove potrebbe considerarsi un esercizio estremo di alchimia e misteriose arti è per noi la pratica domenicale abituale. Ciò che però non mi spiego è come mio padre dopo 40 anni ancora non ne percepisca insidie e pericoli. Il caro genitore in modo incauto , spinto dai richiami della carne, è solito avvolgere una enorme massa di spaghetti roventi attorno alla forchetta. Quando il gustoso boccone arriva alle labbra, invece di comprendere che la nebbia attorno a lui è prodotta dalle innaturali temperature, soddisfatto e felice ingurgita il letale bolo. Cambia colore due o forse tre volte, prima di lanciarsi in una fitta serie di fantasiose imprecazioni e trangugiare boccali di acqua e vino per spegnere le fiamme del disappunto.

Ma non c’è da preoccuparsi,perchè nonostante l’inconveniente, durante il pasto avrà le sue occasioni per rifarsi..

Ad esempio, la più apprezzata, nel caso di mio padre, è la portata alternativa. Ogni volta che mia madre cucina qualcosa di particolare, lui in primis dichiara che non è di suo gradimento e chiede un piatto alternativo; ma in secundis si mangia l’uno e l’altro suscitando un certo sdegno fra i commensali.

Negli annali restò il famoso pollo della domenica di mia nonna. L’indecisione su a chi spettasse l’ultima porzione di pollo, se a lui che lo aveva disdegnato o a mia zia che lo aveva intensamente bramato, un dì scatenò fra loro  un tale contenzioso, che lei, raccontava mia nonna, lo inseguì a lungo attorno al tavolino brandendo una forchetta. Ma sono storie di loro bambini, torniamo ai tempi presenti 

Se tutti riusciamo a sopravvivere allo sdegno o alle temperature estreme, arriva il conto…..Non siamo ovviamente costretti a pagare, ma mio padre, che è un uomo estremamente generoso, comincia ad elencare prezzi e tariffe delle leccornie servite. Normalmente, sviluppo in tale occasione un profondo senso di colpa…motivato forse dalla quantità innaturale di cibo ingurgitata o forse dalla consapevolezza della cospicua spesa affrontata dall’ospite. Così il vino non lo tocco pensando al costo della bottiglia e il dolce non lo mangio….anche perchè nel frangente in cui cerco di superare il senso di colpa il garbato ospite mi ha già sottratto dal piatto l’ambito boccone riservandolo per la sua colazione dell’indomani.

Tanta roba….ragazzi

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