Oggi parliamo di “Aria di Bufera” di M. Cagnone e D. Desilani, un giallo ironico e divertente, secondo capitolo de “Gli strani casi di Collebello”.
La trama
Capodanno è passato ed è ormai tempo per gli abitanti del piccolo paese di Collebello di riprendere la consueta routine quotidiana, impieghi professionali compresi.
Ma a fare eccezione, la mattina del due Gennaio, è la signorina Marlena Villano, l’irreprensibile impiegata comunale, che inspiegabilmente non è in ufficio.
E se in un contesto diverso l’assenza di un’impiegata può passare inosservata, in un paesino come Collebello, il fatto rischia di destabilizzare l’intera cittadinanza.
La notizia, subito diffusa dai colleghi, mette tutto il paese in allarme. Dalla sera di Capodanno sembra che nessuno abbia più visto la Villano. A casa sua non c’è, la macchina è dal meccanico e il cellulare è staccato.
La scomparsa della signorina diventa a questo punto un caso, e a occuparsene è il maresciallo dei carabinieri Galloni. Sarà affiancato, suo malgrado, dal gruppetto di zelanti comari del paese, e dalla proprietaria dell’alimentari del posto, che mossa da sincero affetto per la Villano, si farà in quattro per risolvere il mistero.
Ma altri eventi si aggiungeranno a turbare la quiete e l’armonia degli abitanti di Collebello: l’inaugurazione della mostra di quadri “sospetti” dell’eccentrico Sirbaf , e la candidatura alla carica di sindaco del poco raccomandabile Gridolli, proprietario di un’estensione di bosco che misteriosamente “esce” dai propri confini.
E questi eventi avranno qualcosa a che fare con la scomparsa della signorina Villano?
La mia opinione
“Aria di Bufera” di M. Cagnone e D. Desilani mi è piaciuto perchè è un libro che appassiona e diverte, tenendo viva la curiosità fino all’ultima pagina.
Ma consideriamo meglio alcuni aspetti del libro.
I personaggi
la figura dell’intuitiva ed energica Eleonora è quella che ha il peso maggiore nel libro.
Non solo ha un ruolo molto rilevante nello svolgimento dell’indagine, ma è anche il personaggio più caratterizzato. Durante le indagini, infatti, vengono forniti dagli autori diversi dettagli sulla vita privata della donna. La troviamo spesso impegnata nello scontro generazionale -ma sempre affettuoso- con la propria figlia Irene, e a fare i conti con una turbolenta vita sentimentale. Le paure di cominciare una nuova relazione, generano un divertente tiremmolla con l’amico giornalista Carlo .
Gli altri personaggi presenti nel romanzo contribuiscono alla creazione di trame secondarie che danno alla narrazione un carattere di piacevole intrattenimento e imprevedibilità, senza però mai distogliere l’attenzione del lettore dalla vicenda principale. Fra tutti le più divertenti sono le comari del paese, improvvisate detective dal temperamento eccessivo, sospettose e inclini all’esagerazione.
Ambientazione
La vicenda si svolge in un piccolo paese immerso nelle montagne del nord Italia, dove la gente è semplice e tutti si conoscono. Questa meravigliosa e rilassante cornice si tinge però di nuovi colori, quando fra i vicoli di Collebello si insinuano le ombre del sospetto. Perché in questa piccola comunità ogni novità è accolta come una possibile minaccia. E nemmeno la neve che cade silenziosa e rende ovattati i suoni riesce a pacificare gli abitanti del paesino.
Stile
I personaggi prendono forma non tanto dalla descrizione fisica, ma dal loro veloce scambio di battute nei dialoghi.
Un aspetto molto interessante del libro è il ritmo rapido della narrazione caratterizzato dai ripetuti cambi di scena che si susseguono ogni due/tre pagine.
Perchè leggere questo libro
1. La trama nella sua semplicità non scade mai nel banale, ma è ben organizzata e dal finale imprevedibile.
2. E’ una lettura molto piacevole, di evasione e divertente, ma allo stesso tempo coinvolgente.
Citazione
Il maestro prosegui imperterrito: “vedete mie care signore io dipingo quello che mi ispira. Un artista non si ferma alle apparenze, ma coglie l’essenza dei suoi soggetti…” si fermò e le studiò con aria concentrata fissandole intensamente “voi per esempio siete tre, potreste ricordarmi Aglaia, Eufrosine e Talia: le tre grazie… anche se in realtà il viso della signora” e indico la povera Gisella “in questo momento sembra più quello ritratto ne “L’urlo di Munch!”
Don Damiano dovette mordersi il labbro per non scoppiare a ridere mentre le signore si guardavano perplesse.