“Anatomia di un fine settimana”di Natasha Brown

29 Giu 2022 | Narrativa

Oggi parliamo di un libro molto particolare e coraggioso “Anatomia di un fine settimana”, opera di Natasha Brown, edito da Astoria Edizioni.

Vista l’originalità del testo, vi racconterò delle sue bellissime pagine in modo diverso dal solito.

Il libro è una raccolta di riflessioni e pensieri di una giovane donna britannica di colore, che fa da voce narrante della storia. La protagonista ha studiato nelle migliori scuole, è diventata una donna di successo, affermata sul lavoro, ed è fidanzata con un uomo affascinante, bianco e figlio dell’upper class. Eppure basta l’invito a partecipare allo sfarzoso party in giardino, nella dimora di campagna dei genitori di lui, a mettere tutto in discussione. O almeno l’evento la porta a riflettere sulla sua vita. Perché anche se ogni tassello sembra aver trovato il proprio posto, lei non può fare a meno di pensare che la perfezione sia solo apparenza. E se il razzismo e il classismo esistono ancora, vale la pena spendere la propria vita inseguendo l’approvazione degli altri?

È veramente il pensiero che gli altri hanno di noi a definirci? O per essere liberi bisogna fare altre scelte?

Comincio con il dire che ho trovato questo libro bellissimo . In poche pagine l’autrice racconta senza filtri la sua protagonista ( e forse se stessa) e regala al lettore un’immagine chiara e nitida del desiderio e della difficoltà di sentirsi veramente accettati. 

Tutto il mondo complesso di emozioni che il lettore vive (frustrazione, delusione, tristezza, rassegnazione) nasce da un racconto costruito in modo audace e potente, da ogni punto di vista.

La struttura della narrazione è particolarissima: rapidi flash, riflessioni, stralci di conversazioni si alternano ai pensieri spontanei e non trattenuti della protagonista. E così la sua avventura è assorbita dal vortice dinamico e pieno di ritmo di una sorta di flusso di coscienza.

La narrazione è in prima persona e ciò rende autentica e intima ogni confessione della voce narrante. E la protagonista, nel parlarci di se stessa e della sua vita, alterna il presente al passato prossimo; nel contatto con gli altri personaggi, alterna  il discorso diretto all’indiretto. E in questo secondo caso riferisce parole e gesti attraverso il filtro delle sue percezioni, della sua triste consapevolezza di ciò che c’è dietro l’apparenza. 

E dietro l’apparenza c’è la discriminazione. Senza raggiungere mai toni aspri e taglienti, cinici o sprezzanti, l’autrice racconta l’infelicità di fondo della sua protagonista. Lo fa con una prosa sottile ed elegante, con la lucidità di un’osservatrice attenta e obiettiva che analizza la realtà in cerca di risposte.

E la risposta è dolorosa. Nonostante i sacrifici, il duro lavoro e le sofferenze di generazioni intere abbiano costruito per la protagonista  un’opportunità di vita, lei si sente spossata e “non arrivata”. Ha scalciato, lottato per cercare di essere degna, ma la sua è stata una lotta contro una corrente troppo forte.

Deve affrontare sempre nuove prove per essere accettata:  conformarsi , assecondare  pretese, sostenere critiche, o rendersi invisibile. E nulla è mai abbastanza. Per lei ci sono solo un’ascesa possibile entro certi limiti,e una corsa senza sosta. E per quanto la protagonista abbia passato la propria vita a seguire ordini e direttive per diventare ciò che le è stato detto di divenire, il riconoscimento autentico, la vera integrazione, non arriva mai.

“Nata qui, genitori nati qui, ho sempre vissuto qui- eppure mai di qui. Sul mio corpo la loro cultura diventa una parodia”

E in questa visione dolorosa alla protagonista non resta che chiedersi, ma perchè?

Ma questo libro, bello, triste e intenso, non parla solo di razzismo, racconta dei vincitori e dei vinti, dei tentativi e delle scelte.

Del coraggio che ci vuole per raggiungere la consapevolezza, e riconoscere l’esistenza di una realtà dolorosa, piuttosto che abbandonarsi alla mediocrità di un’apparenza rassicurante.

E poi anche “Niente è una scelta” quando fare qualcosa vuol dire snaturarsi e perdere la propria identità.

A me è piaciuto tantissimo…mi ha lasciato con l’amaro in bocca, ma è questo che i libri su certi temi fanno, quando sono scritti bene e capaci di risvegliare la coscienza di chi legge.

Ringrazio la CE per la copia omaggio

Post by Sara P.

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