“Alessandro Magno e gli asceti indiani” di E. Lo Sardo

17 Ago 2024 | saggistica

Oggi, nel consueto spazio, dedicato a recensioni libri e consigli di lettura, vi parlo di un libro molto bello.
“Alessandro Magno e gli asceti indiani” di E. Lo Sardo, pubblicato da La Lepre edizioni.

Un volume che approfondisce un aspetto molto interessante e altrove poco considerato: l’incontro fra culture, durante la spedizione di Alessandro Magno in India.

Vediamo meglio di comprendere l’argomento della pubblicazione attraverso la trama 👇

Nell’estate del 327 l’esercito macedone attraversò il Kiber pass e giunse, scendendo lungo il corso del fiume Cofen (ora Kabul), nella valle dell’Indo. Seguiva le orme di Semiramide – la mitica regina di Babilonia – e di Dioniso, il dio cresciuto nella coscia di Zeus. I Macedoni si chiedevano perché Alessandro Magno, l’invincibile ed efebico eroe, li stesse trascinando in quell’ennesima impresa, che si presagiva irta di rischi. Ma la curiosità e il desiderio di giungere ai confini del mondo pesarono nella decisione di inoltrarsi nella grande pianura cinta a settentrione dai monti dell’Himalaya. L’India si dimostrò più tenace e imbattibile di quanto i Greci avessero sospettato. Furono costretti a ritirarsi, malgrado avessero vinto memorabili battaglie. Alcuni compagni del re si convertirono agli insegnamenti di ascetici filosofi e lo stesso Alessandro, il più famoso allievo di Aristotele, dinanzi alla logica stringente dei gimnosofisti, sentì vacillare le sue ben ferme convinzioni. Una indimenticabile lezione per la nostra epoca.

Il libro racconta dunque l’ultima e forse la più visionaria fase delle imprese del Macedone, la conquista dell’India.
E cerca di sottrarre questa narrazione alla dimensione del mito, che in parte ancora la avvolge.

I fatti storici vengono rivisti e analizzati partendo da una prospettiva affascinante: punti di contatto e divergenze fra  conoscenze e credenze dei Greci e dei popoli da loro incontrati.
Insomma, tutto si basa sul confronto fra filosofia, scienza, religione e concezione del mondo di due culture molto diverse.

In questa ottica, anche la figura di Alessandro si carica di un nuovo significato: non solo il condottiero di gesta epiche, ma un eroe della conoscenza, che vive la più emozionante avventura dell’intelletto.

Lo scenario di questo incontro, poi, è meraviglioso. A fare da sfondo all’avanzata del Macedone c’è l’antica India. Luoghi lontani e sconosciuti che si presentano nella loro veste più misteriosa e magnetica: una terra che brilla per la particolarità e varietà della sua natura umana, animale e vegetale.

E l’autore, con una prosa bella e ben equilibrata, è molto bravo a evocarne le suggestioni.

Lo stile di scrittura adottato, infatti, sa bene rendere la solennità e l’importanza di alcuni precetti e parole chiave della cultura indiana (come il concetto di tempo, le caratteristiche di alcune divinità, l’organizzazione sociale e religiosa,la cosmogonia). Ma questi elementi vengono caricati di tutto il pathos, la sorpresa e l’ammirazione che lo scontro fra menti brillanti porta con sé.

La mente dell’uomo greco, in questa contrapposizione, è attentamente ricostruita a suon di citazioni. Prime fra tutte, quelle delle opere di Platone e Aristotele.

“Alessandro Magno e gli asceti indiani” di E. Lo Sardo è un libricino bello e prezioso, che mostra come Alessandro Magno fosse straordinariamente incline a rompere e superare i confini, non solo fisici.
E offre al lettore il resoconto coinvolgente dell’ultima pagina della storia di un impero che mirava a essere universale, assorbendo luoghi e culture.

A me è piaciuto tantissimo e vi consiglio proprio di leggerlo!

Ringrazio la CE per la copia.

Post by Sara P.

 

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